Relazione 2019

IL GARANTE NAZIONALE NEI GIORNI DELL’EMERGENZA COVID-19

17 marzo

Decreto-legge

Nel Diario di ieri abbiamo riportato le linee complessive dell’intervento sul carcere che il Decreto adottato “salvo intese” dal Consiglio deli Ministri ha predisposto. Ieri eravamo certi di poter commentare oggi il testo nel dettaglio. Non è ancora così nel momento in cui scriviamo. Presumibilmente lo sarà più tardi.

Tuttavia, la linea di impostazione è chiara: il decreto interviene sulla legge 199 del 2010 e in particolare, oltre a togliere i vincoli relativi all’accertamento del mancato pericolo di fuga e della propensione alla reiterazione del reato, semplifica la procedura di accesso alla detenzione domiciliare, condizionandola però a due fattori nuovi. Il primo è il non aver riportato sanzioni disciplinari relative a sommosse, evasione o reati commessi in carcere (punti 18, 19, 20 e 21 dell’articolo 77 del Regolamento di esecuzione, che riguarda le infrazioni disciplinari). Il secondo fattore riguarda l’applicazione del braccialetto elettronico per coloro che devono ancora scontare più di sei mesi di pena, secondo un programma di disponibilità che sarà definito da un decreto dipartimentale.

Vanno ricordati tre elementi. Il primo è che comunque il numero complessivo di coloro che devono scontare una pena fino a sei mesi, senza altre pendenze, è pari a 3.785, mentre il complessivo numero di coloro che devono scontare una pena o un residuo pena fino a un anno sale a 8.629. La seconda considerazione è che la sentenza delle Sezioni unite della Corte di cassazione del 28 aprile 2016 n. 20769 ha affidato comunque al giudice la possibilità di stabilire se la misura sia applicabile anche in caso di indisponibilità del braccialetto. La terza questione infine è che si tratta di una deroga temporanea fino al 30 giugno del 2020 delle modalità e dei presupposti di applicazione della detenzione domiciliare e non di abrogazione dei commi 1 e 2 dell’articolo 1 della legge 199 del 2010.

 

Istituti penitenziari

Gli Istituti penitenziari stanno attrezzando dei reparti di isolamento sanitario per il monitoraggio soprattutto delle condizioni di salute dei nuovi giunti e dei trasferiti. Attualmente, sono operative 16 sezioni di questo tipo, un po’ lungo tutta la penisola. La gran parte di queste sono tuttora vuote. Il Garante nazionale ha chiesto ai relativi direttori di comunicare gli esiti degli accertamenti nei casi di persone ospitate in tali sezioni.

Continuano le richieste del personale penitenziario per una maggiore e più strutturata attenzione alla difficoltà del proprio ruolo in questi momenti, con la predisposizione di presidi sanitari adeguati e di una organizzazione del lavoro diversa da quella prevista dalla Circolare dipartimentale del 13 marzo.

Parallelamente il Garante ha ricevuto, attraverso diverse vie di comunicazione, informazioni su presunti maltrattamenti nel carcere di Opera, rispetto ai quali ha deciso di richiedere l’attenzione della Procura di Milano perché ne accerti la veridicità e la consistenza di quanto in esse riportato. Per quanto riguarda un messaggio circolare inviato da più soggetti e a più destinatari relativamente ad analoghe questioni nel carcere di Rieti, il Garante ha avviato una consultazione con le Autorità responsabili, riservandosi di approfondire la questione senza però interpellare la Procura, trattandosi di fatto di uno stesso messaggio non circostanziato e più volte ripetuto.

Sempre relativamente agli incidenti della settimana scorsa, il Garante ha chiesto al Dipartimento sia un chiarimento circa l’effettiva informazione data alle famiglie delle persone decedute, trattandosi peraltro di ben 11 persone straniere su 13, sia sull’effettiva possibilità data alle persone trasferite negli altri Istituti di informare i loro riferimenti affettivi circa la nuova assegnazione detentiva.

 

Cpr

Quanto ai Centri per il rimpatrio, l’attenzione di oggi è stato focalizzato sul Centro romano di Ponte Galeria dove sono presenti 95 uomini e 40 donne (è atteso l’arrivo di 3 persone tutte provenienti dagli Istituti penitenziari, come del resto tutti i nuovi ingressi attuali nei Cpr). Resta aperto il problema della coerenza di un trattenimento finalizzato al rimpatrio nel momento in cui sono bloccate tutte le possibilità di arrivare nei Paesi di destinazione: problema che è ancor più rilevante per coloro che sono prossimi alla scadenza del numero massimo di giorni previsti per tale forma di trattenimento.

Per quanto riguarda la questione sanitaria, nel Centro di Ponte Galeria, oltre alla informazione multilingua sulle regole da seguire e a un aumento delle attività di pulizia, è stato introdotto il rilevamento quotidiano della temperatura corporea a tutte le persone trattenute. Non c’è stata comunque necessità di effettuare alcun tampone.

Il clima interno è stato riferito come tranquillo, superati alcuni giorni di fibrillazione, coincidenti con le proteste in carcere.

Le audizioni per i richiedenti asilo delle Commissioni territoriali sono sospese.

 

Residenze per persone con disabilità o anziane.

Una particolare attenzione odierna è stata rivolta alle strutture residenziali e semiresidenziali per persone con diabilità e anziani.

Le prime sono esposte, come altri luoghi in cui è concentrato un certo numero di persone, a un elevato rischio di contagio. È chiaro che il primo provvedimento possibile è la limitazione degli accessi alle strutture e un’elevata attenzione alle prassi igienico-sanitarie per prevenire la diffusione del virus al loro interno, diffusione peraltro particolarmente letale per la tipologia di ospiti. Anche in queste strutture vanno tutelati non solo il diritto alla salute, ma anche il diritto al mantenimento delle relazioni familiari, spesso unica motivazione che sostiene la vita degli ospiti, favorendo forme di comunicazione alternative alla visita, anche a distanza, perché sarebbe inaccettabile una svalutazione del bisogno di relazioni sociali.

Uno sguardo va anche alle strutture semiresidenziali, sulle quali il Garante nazionale ha competenza nel monitoraggio, e agli interventi conseguenti la loro chiusura. Il Garante nazionale ritiene che sarebbe opportuno dare seguito alla disposizione dell’articolo 9 del decreto-legge 9 marzo 2020, n. 14 “Disposizioni urgenti per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale in relazione all'emergenza COVID-19. (20G00030)”. Tale decreto al comma 2 dell’articolo 9 prevede la facoltà delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano di istituire entro dieci giorni dall'entrata in vigore del decreto stesso, unità speciali atte a garantire l'erogazione di prestazioni sanitarie e sociosanitarie a domicilio in favore di persone con disabilità che presentino condizione di fragilità o di comorbilità tali da renderle soggette a rischio nella frequentazione dei Centri diurni per persone con disabilità. Attualmente, non tutte le Regioni o Comuni, infatti, hanno dato indicazioni operative, con atti normativi locali, in merito alla sostituzione dei servizi diurni con servizi di assistenza domiciliare, per i quali, tra l’altro, il decreto non prevede risorse economiche straordinarie.

Il Garante auspica il miglioramento del testo del decreto-legge in sede parlamentare per consentire l’attivazione di queste unità speciali con una rappresentanza delle Autorità competenti, comprese l’Autorità Garante e le Associazioni di persone e famiglie con disabilità.