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IL GARANTE NAZIONALE NEI GIORNI DELL’EMERGENZA COVID-19

5 giugno

C’è sempre il rischio che qualche riforma culturalmente avanzata sia periodicamente rimessa in discussione da chi al progresso culturale contrappone considerazioni presentate come dettate dalla realtà applicativa. Così se si deve citare una delle poche riforme di sistema che hanno contrassegnato gli anni recenti con una conquista di civiltà, non si può non fare riferimento alla chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari e all’introduzione delle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems). L’attacco più culturalmente insignificante, ma petulantemente ricorrente è quello di chi vorrebbe portare nelle Rems non solo gli internati, ma anche tutte le persone detenute che hanno maturato disagi comportamentali, psicologici o cognitivi, ricostruendo così una sorta di manicomio diffuso. L’enfasi ricorrente sul pur esistente problema di persone con disturbi di natura psichica in carcere va in questa direzione. Più sottile, invece il tema sollevato da chi, con analoga periodicità, pone la questione dell’insufficienza dei posti nelle Rems e ne chiede la costituzione di nuove. Nonostante la constatazione che alcune aree territoriali ne siano totalmente sguarnite porti in taluni limitati casi a porre mano al problema, se non altro per mantenere quel raccordo territoriale che è pre-requisito di ogni effettivo piano terapeutico riabilitativo, anche sotto questo aspetto bisogna invitare alla calma nell’affrontare il problema. In primo luogo, perché occorre interrogarsi sui numeri delle misure di sicurezza provvisoria e sul loro aumento in anni recenti; in secondo luogo, perché in connessione al punto precedente bisogna chiedersi se quelle non eseguite con persone in libertà abbiano finora posto problemi di rilevante natura o non abbiano finito con l’interrogarci sulla necessità a monte di tali misure provvisorie; in terzo luogo, perché l’assegnazione alla Rems deve essere anche essa una misura residuale all’interno di un percorso che veda nella presa in carico esterna il punto di forza.

Ovviamente, dietro la discussione attorno a tale tema va sempre posta l’altra questione della inaccettabilità e illegittimità del mantenimento di una persona internata e non detenuta all’interno di un carcere, in attesa di assegnazione di un posto.  

Questa premessa serve a sottolineare la necessità che accanto al meritevole impegno che alcune associazioni svolgono nel visitare le Rems, con il coordinamento di StopOPG, il Garante nazionale – quale autorità preposta al monitoraggio e alla vigilanza delle diverse forme di privazione della libertà, con tutti i poteri e doveri che ciò comporta – tenga un costante filo di documentazione, visita e analisi con le diverse Rems, collaborando anche con i Garanti territoriali.

Nei giorni scorsi, il Garante nazionale ha visitato la Rems di San Nicola Baronia in provincia di Avellino anche per verificare una situazione specifica segnalata dagli stessi responsabili della struttura. Come è richiesto in questi casi – in particolare quando si tratta di prolungate permanenze – il dialogo va sviluppato con tutte le figure di responsabilità decisionale che finiscono per determinare il perimetro entro cui il “residuo di libertà” della persona internata deve svilupparsi. Non a caso utilizziamo qui la locuzione “residuo di libertà”, mutuandola da quanto la Corte costituzionale ebbe l’occasione di puntualizzare anche relativamente a situazioni soggettivamente più cariche di responsabilità specifica; non certo perché ciò che è residuo rimanga tale, bensì perché esso diventi seme di sviluppo di una autodeterminazione portata sempre più avanti fin dove le condizioni soggettivi permettono. Per questo, il Garante nazionale ha indicato la necessità di un incontro al Magistrato di sorveglianza competente, al direttore della struttura e alla sua collega responsabile dell’area sanitaria, al direttore del Dipartimento di salute mentale competente, richiedendo a tutti la documentazione che permettesse la discussione del caso. Gli incontri si sono tenuti e si è così avviata una valutazione in comune della situazione in esame che continuerà alla ricerca di decisioni condivise. Il Garante nazionale, peraltro, prende anche l’occasione di queste righe per ringraziare tutti gli interlocutori per la disponibilità dimostrata. Ma, come già detto, tali incontri sono stati anche l’occasione per la visita alla Rems e per riflettere su come sarebbe importante realizzarli in loco con tutti gli interlocutori, così permettendo una visita congiunta alla struttura tra chi ha la responsabilità giurisdizionale e chi ha quella sanitaria.

Proprio camminando all’interno di quei corridoi, affacciandosi da finestre che danno verso la natura e verso le finestre di altre case, si ha la sensazione di non essere in un ‘altrove’, ma di essere in una porzione di quella comunità locale. E questa sensazione riesce a fare attenuare tutte le difficoltà e le perplessità che possono sorgere dall’analisi dei fascicoli delle singole persone, oggettivamente spesso molto complessi.

Questa breve riflessione sulle Rems caratterizza lo stile che il Bollettino del Garante avrà d’ora in avanti: non più una pubblicazione periodica – come era quella strettamente connessa all’emergenza di queste settimane – ma una pubblicazione randomica, di volta in volta riferita a una visita effettuata o a un dibattito effettuato. A tale proposito, diciamo subito che stiamo sviluppando un’approfondita discussione interna sui luoghi di quarantena e sui compiti che il Garante nazionale è chiamato a svolgere sia sulla base della legge istitutiva che su quella del dialogo con gli Organi di controllo internazionale. Sarà questo il tema di un prossimo Bollettino: per ora molte delle osservazioni saranno tenute insieme nella Relazione al Parlamento che il Garante svolgerà venerdì 26 giugno alle ore 10 unicamente in modalità online attraverso il link che sarà indicato a chi ne avrà inviato richiesta (o autonomamente o rispondendo a una mail ricevuta). La Relazione, oltre a riferire sull’andamento delle diverse modalità della privazione della libertà relative al 2019 e sul conseguente dibattito, darà conto anche degli eventi del 2020 fino al 31 maggio.

 

Istituti penitenziari

Si conferma la tendenza, seppure molto rallentata, alla diminuzione dell’affollamento negli Istituti penitenziari: le persone detenute presenti nelle stanze sono 52.520; le detenzioni domiciliari in corso, concesse dal 18 marzo, sono 3489; le persone in semilibertà con licenze prolungate sono 642. In diminuzione anche la diffusione del contagio in carcere, che registra oggi 74 casi di positività nella popolazione detenuta e 61 tra il personale penitenziario.

Da segnalare positivamente la pubblicazione del bando del Ministero della giustizia per 95 posti di funzionari giuridico pedagogici in carcere, una selezione che arriva dopo molti anni andando a colmare le lacune di un settore da tempo in sofferenza. Un passo che il Garante legge come indicativo di una rinnovata attenzione verso quella figura professionale, centrale nel sistema penitenziario per orientare la pena verso la finalità rieducativa assegnata dalla Costituzione.

Un altro bando di recente pubblicazione riguarda l’assegnazione di 45 posti per Direttore di Istituto penitenziario. Sono infatti ancora diverse le carceri prive di un direttore titolare e quindi di un effettivo governo.

Nel precedente Bollettino, il Garante nazionale, considerando la situazione di particolare vulnerabilità delle persone che, facendo ingresso in carcere, vengono collocate in isolamento sanitario precauzionale, ha proposto l’ipotesi di dotare, almeno temporaneamente, gli Istituti di un’équipe di supporto psicologico, in maniera analoga a quanto si è già realizzato con l’inserimento di 1000 operatori socio-sanitari, reclutati con apposito urgente bando. Richiamare questa proposta, anche per prevenire il rischio di ulteriori casi di suicidio tra i ‘nuovi giunti’ in isolamento sanitario, come i due che si sono verificati nelle scorse settimane, ci pare sia il modo giusto per chiudere il Bollettino del Garante nazional ai tempi del Covid-19.

 

 

Dall’Ufficio del Garante

Come già riportato, il Garante nazionale ha avviato una procedura selettiva di personale del comparto della salute. Si tratta di una selezione, per titoli e colloquio, di tre posizioni (due di "categoria C" e una di "categoria D", secondo la classificazione del Contratto nazionale di lavoro - Comparto sanità).

La scadenza del bando, Inizialmente fissata al 30 maggio, è stata prorogata al 15 giugno. Occorre essere già in ruolo nell’Amministrazione e operare nel comparto della salute. Alla domanda va soltanto allegata l’autocertificazione dei propri titoli.

http://www.garantenazionaleprivatiliberta.it/gnpl/it/dettaglio_contenuto.page?contentId=CNG8689&modelId=10021

La Relazione al Parlamento 2020 del Garante nazionale sarà presentata il 26 giugno, giornata mondiale della lotta contro la tortura, alle ore 10. Sarà possibile seguirla su piattaforma web. Il link di accesso sarà comunicato a coloro che avranno dato conferma della partecipazione all’indirizzo: segreteria@garantenpl.it entro il 15 giugno.

I giornalisti dovranno accreditarsi, inviando una mail all’indirizzo ufficiostampa@garantenpl.it

 

  • Tutti i numeri del Bollettino sono disponibili sul sito del Garante nazionale nella barra di navigazione nell’area Covid-19: http://www.garantenazionaleprivatiliberta.it/gnpl/it/covid19.page