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IL GARANTE NAZIONALE NEI GIORNI DELL’EMERGENZA COVID-19

20 marzo

Istituti penitenziari

Oggi il Garante nazionale si è recato in visita, insieme al Garante regionale, all’Istituto di Rieti, dove lunedì scorso si erano registrate violente proteste e anche il decesso di tre persone. Il Garante aveva inoltre ricevuto in questi giorni una stessa lettera di denuncia di presunte violenze contro le persone detenute, inviata più volte da diversi soggetti.

Sono iniziati i lavori di sanificazione all’interno Istituto, gravemente danneggiato sia dalla devastazione sia dai fumi e dal fuoco acceso durante le rivolte. Un interno reparto è chiuso perché distrutto dalle fiamme e le persone che vi erano detenute sono state trasferite negli altri reparti. Gravi i danni anche all’infermeria e al reparto di degenza. I servizi centrali di luce, acqua calda e riscaldamento sono stati ripristinati.

Il Garante ha avuto l’opportunità di esaminare i dati delle tre persone decedute (un italiano, un croato e un ecuadoregno), sulla cui morte è stata avviata l’indagine dalla competente Procura della Repubblica. Ha anche appurato le modalità secondo le quali sono state avvisate le famiglie delle persone decedute, riscontrando l’avvenuta tempestiva informazione.

Rispetto ai decessi avvenuti a Modena o in altri luoghi di persone provenienti da Modena, sempre riferiti alle rivolte della settimana scorsa, il Garante – che ha già presentato la propria partecipazione alle indagini come persona offesa – ha ricevuto riscontro dalle Procure competenti e sta procedendo alla nomina del proprio difensore, oltre che di un proprio consulente medico legale per l’analisi degli esiti autoptici.

Questa sera i detenuti ristretti negli Istituti sono 59.132, quasi 300 meno di questa mattina. Ciò non toglie che occorra tuttora il massimo impegno sia degli Istituti sia della Magistratura di sorveglianza affinché i provvedimenti, pur limitati, approvati recentemente possano essere applicati in modo estensivo.

Resta aperto il tema, per ora per nulla toccato, di ridurre il ricorso alla custodia cautelare in carcere e di rivalutare rispetto a quelle già applicate la permanenza della necessità della misura detentiva in carcere piuttosto che nel proprio domicilio: 9.408 persone sono attualmente in attesa del primo grado di giudizio.

La situazione di quanti oggi sono detenuti in applicazione di misura cautelare (17.853), peraltro, è resa maggiormente critica dalla sospensione dei termini di durata massima della custodia cautelare, per il periodo compreso tra il 9 marzo e il 15 aprile 2020, dettata dal recente decreto-legge.

 

Residenze per le misure di sicurezza (Rems)

Finora soltanto 19 delle 30 strutture interpellate hanno inviato risposta al Garante nazionale sulle misure adottate sia dal punto di vista preventivo che relativamente alle possibilità di comunicazione con l’esterno. Il Garante solleciterà le rimanenti Rems e invierà nei giorni prossimi attraverso questo diario un quadro complessivo della situazione.

Nei giorni scorsi è stata pubblicata una notizia che riguarda la nuova Rems di Reggio Emilia, struttura definitiva di recente realizzazione e ancora inattiva, predisposta per ospitare le persone residenti nelle due Rems provvisorie dell’Emilia-Romagna, quella di Bologna e quella di Parma-Mezzani.  Questa nuova Rems è stata però attualmente individuata e allestita dalla Regione come ricovero per quarantene alternative a quelle domiciliari per i casi di coronavirus (la struttura dispone di circa 30 stanze con bagno).

 

Residenze per persone con disabilità o anziane

il Garante nazionale ha aperto un’interlocuzione istituzionale con l’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità presso la Presidenza del Consiglio dei ministri per individuare linee strategiche comuni per monitorare le strutture sanitarie e socioassistenziali per persone con disabilità. Tali strutture in questo momento critico sono particolarmente vulnerabili sia per quanto riguarda l’aspetto della tutela della salute che quello della prevenzione di forme di trattamento non rispettoso dei loro diritti fondamentali.  L’attenzione su queste strutture viene rivolta anche alle condizioni di stress che gli operatori in questo periodo stanno vivendo a causa dell’esiguità dei presidi di prevenzione del contagio a loro disposizione.

Il Garante inoltre ha avviato una ulteriore interlocuzione con il Dipartimento di malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell’Istituto superiore di sanità, impegnato nel gruppo di studio sulle cause di morte dei pazienti che risultavano positivi all’infezione da Covid-19. Tale collaborazione è finalizzata alla realizzazione di una ricerca epidemiologica sui decessi per Covid-19 all’interno delle Rsa, che inizierà per campione su alcune Regioni.

 

Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr)

Nei Cpr la situazione permane di relativa calma. Le presenze registrano un lieve calo in quasi tutti i Centri, tranne quello di Macomer. Il numero di persone presenti nei Cpr alla data odierna è di 393, di cui 35 donne.

Il Garante nazionale guarda con attenzione alla decisione assunta in Spagna di esaminare caso per caso la posizione dei migranti ospitati nel Centro Zona Franca di Barcellona e nel Centro Aluche di Madrid per verificare l’eventuale mancanza del presupposto di legittimazione del trattenimento, essendo sospesi i voli in oltre 100 Paesi e quindi essendo impossibili i rimpatri. A tale proposito, il Garante sollecita nuovamente una risposta del Ministero dell’interno al quesito sollevato relativamente proprio al trattenimento di persone che, pur avvicinandosi al termine massimo della propria restrizione di libertà, non potranno essere rimpatriate dato l’attuale blocco dei voli.