Formazione Firenze

Quattro giorni di formazione di alta specializzazione a Firenze per il personale del Garante nazionale.

Roma, 9 ottobre 2020 – Quattro giorni di intenso lavoro di formazione per lo staff che opera nell’Autorità di garanzia, per accrescere il livello di conoscenza e di competenza di tutte le persone chiamate a svolgere il complesso e delicato lavoro di monitoraggio dei diversi luoghi di privazione della libertà del nostro Paese.

Il filo conduttore delle giornate di formazione è stata lo sguardo, con cui il Garante nazionale e gli altri soggetti coinvolti osservano tale realtà: quello di chi è soggetto a tale restrizione, quello chi vi opera, quello di chi ha accesso per vedere tali luoghi e quello, infine, del Garante nazionale che deve racchiuderli tutti. Come metafora di tali sguardi sono state prese le quattro Pietà di Michelangelo, ognuna espressione di un modo diverso di rappresentare la stessa realtà: la Pietà Rondanini, da cui emerge la sofferenza quasi ormai senza volto di chi è coinvolto, la Pietà di Santa Maria del Fiore, che esprime la concezione piramidale di chi osserva e descrive, la Pietà di Palestrina, con l’evidenza delle corde simbolo di chi è chiamato a operare, e infine quella Vaticana in cui dolore e azione non ci sono più, tutto è compiuto e rimane il senso e il significato finale.

In tale prospettiva, hanno partecipato alle giornate di formazione i massimi rappresentanti di alcune delle Amministrazioni con cui il Garante nazionale è chiamato a confrontarsi: il Capo della Polizia di Stato, Franco Gabrielli, il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Bernardo Petralia, e il Vice-capo del Dipartimento di giustizia minorile e di comunità, Claudio Giovanni Scorza, il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Firenze, Marcello Bortolato, il sindaco della città di Firenze, Dario Nardella. Hanno offerto punti di vista diversi sugli ambiti di competenza del Garante nazionale. Con loro si è rafforzato il rapporto di collaborazione tra Istituzioni, nella chiarezza dei diversi ruoli e dei diversi sguardi con cui si osservano e si leggono medesimi eventi e situazioni, nella prospettiva di innalzare gli standard di tutela delle persone private della libertà. Ciro Tarantino, del Centre for Governmentality and Disability Studies “Robert Castel” dell’Università di Napoli “Suor Orsola Benincasa” ha offerto invece lo sguardo di chi soffre, con particolare riferimento alla realtà delle persone con disabilità, i cui diritti sono troppo spesso negati e la cui libertà stessa è talvolta gravemente limitata.

Al centro della formazione, molti i temi: il mandato del Garante nazionale, esteso nel 2020 anche al luoghi di quarantena; la gestione delle segnalazioni e dei reclami (oltre 1300 solo i reclami arrivati); l’uso della forza le sue regole e i suoi limiti, una formazione basata sulla discussione di casi reali documentati da immagini video o audio-video; i rapporti con gli stakeholder. Infine, una sessione specifica è stata dedicata alla stesura dei Rapporti e alla formulazione delle Raccomandazioni, alla luce dell’importanza crescente del sistema delle soft law, cioè quell’insieme di norme non prescrittive come i sistemi di standard, le regole sovranazionali e nazionali e le raccomandazioni stesse. A tale riguardo, il Garante nazionale ha già pubblicato le prime due raccolte di Raccomandazioni negli ambiti penale e dei migranti e ha scritto, per la prima volta in Italia, degli standard sulla privazione della libertà, nel caso specifico della detenzione amministrativa per persone migranti. Un’altra sessione è stata realizzata con il contributo del Centro studi Enrico Maria Salerno, diretto da Fabio Cavalli, e di alcuni attori che si sono formati nel Teatro libero di Rebibbia. Insieme a loro sono stati simulati dei colloqui del Garante nazionale con persone private della libertà.

Nel corso delle giornate di formazione il Garante ha incontrato anche, la Vice Capo della Polizia di Stato, Alessandra Guidi, la Prefetta di Firenze, Laura Lega, il Questore di Firenze Filippo Santarelli, il Provveditore dell’Amministrazione penitenziaria di Toscana e Umbria, Gianfranco De Gesu, e il Garante dei diritti dei detenuti della Toscana, Giuseppe Fanfani.