09 aprile 2021
Raccomandazione alla Procura di Lecco per l’adozione di un’istanza nell’interesse del professor Carlo Gilardi

Roma, 9 aprile 2021


 
Il 18 marzo il Garante nazionale ha inviato alla Procura del Tribunale di Lecco-Volontaria giurisdizione una Raccomandazione per l’adozione di un’istanza nell’interesse del professor Carlo Gilardi. L’intervento del Garante nazionale nella vicenda trae origine dalla necessità di porre all’attenzione della Procura alcuni profili di rilievo riguardanti la sua Amministrazione di sostegno, aperta dal Tribunale di Lecco nel 2017 e il suo ricovero in Residenza sanitaria assistita (Rsa), al fine di rivedere i provvedimenti adottati a sua tutela e per determinare un più idoneo futuro percorso di supporto.
Il documento parte dal primo risvolto applicativo dei provvedimenti messi in atto dall’amministrazione di sostegno che ha investito le competenze del Garante nazionale. Esso riguarda l’autonomia del signor Gilardi nel processo decisionale circa le proprie scelte esistenziali a fronte delle vicende che lo hanno visto prima soggetto a un’Amministrazione di sostegno sempre più incisiva su tali scelte, per arrivare poi a un ricovero in Residenza sanitaria assistenziale (Rsa) verso il quale egli ha ripetutamente sollevato obiezioni. Un ricovero che fin dall’inizio si è presentato come una misura dal volto segregante, non solo per la mancanza della preventiva predisposizione di opportunità alternative per Carlo Gilardi, ma anche per la privazione di ogni contatto con l’esterno, apparentemente imposta da quanti lo gestiscono. Tutte le comunicazioni da e verso l’esterno devono infatti passare dal filtro dell’Amministratore di sostegno. Un ricovero indicato inizialmente come temporanea misura per delineare un progetto di ritorno a casa, che si prolunga già da oltre 5 mesi e, per quanto risulta al Garante nazionale, nelle stesse condizioni fortemente incisive sulla tutela dei principi riguardanti l’autodeterminazione e la libertà di compiere le proprie scelte, compreso il diritto al giusto sostegno per esercitare la propria capacità.
Il secondo risvolto che ha determinato l’intervento del Garante nazionale riguarda l’ampiezza del mandato dell’Amministratore di sostegno, estesa, con il decreto del Giudice tutelare del 28 maggio 2020, al potere, attribuito in via esclusiva, di provvedere a tutte le incombenze relative alla cura del soggetto beneficiario sotto il profilo personale e di decidere sulla sua più idonea soluzione abitativa o di ricovero, tenendo conto dei suoi bisogni e delle sue aspirazioni.
A questo riguardo, il Garante nazionale ha segnalato nella sua Raccomandazione alla Procura che le indicazioni provenienti dalla relazione dei Servizi sociali del 5 novembre 2019, assunte a fondamento dell’ampliamento dei poteri dell’Amministratore di sostegno, avrebbero dovuto essere considerate, invece, dal Giudice tutelare e dallo stesso Amministratore di sostegno, per costruire un «progetto di vita» volto a sostenere in maniera idonea il percorso esistenziale di Carlo Gilardi. Un obiettivo che si sarebbe reso certamente possibile attraverso l’attivazione di un servizio pubblico convenzionato di assistenza domiciliare integrata che avrebbe potuto garantire sia una quotidiana assistenza materiale igienico-personale sia una periodica valutazione medica e infermieristica.
Infine, circa il perdurare del ricovero che era stato presentato al signor Gilardi come temporaneo, il Garante nazionale, pur considerando la comprensibile necessità di un lasso di tempo per documentarsi e dare un inquadramento al caso, esprime il proprio stupore, nella Raccomandazione, per il fatto che l’Amministratore di sostegno abbia fatto trascorrere oltre 5 mesi e mezzo dall’ingresso nella Rsa, senza fare alcun concreto accenno alla prospettiva di rientro a casa.
Un tempo che rende ormai improcrastinabile, per il Garante, la predisposizione di un nuovo progetto abitativo e di sostegno che sia rispondente alle aspettative di Carlo Gilardi, con il coinvolgimento del Servizio sociale territoriale e delle reti di prossimità. La mancanza di chiare progettualità volte al recupero di condizioni domestiche e di gestione della quotidianità di Carlo Gilardi, pur con tutte le cautele del caso, determina, infatti, il rischio del protrarsi di un indebito ricovero sine die, con l’evidente lesione della libertà di autodeterminarsi in merito al proprio corpo, alla propria residenza e, in definitiva, alla propria integrità fisica e psichica, configurandosi come una forma di restrizione di libertà sprovvista del fondamento costituzionale.
È per questo motivo che il documento inviato alla Procura dal Garante si conclude raccomandando all’Ufficio del Pubblico Ministero di valutare l’opportunità di esercitare le proprie prerogative per proporre istanza al Giudice Tutelare affinché sia svolta una complessiva rivalutazione del contesto di vita di Carlo Gilardi indirizzata a porre fine al suo ricovero in Rsa e, se del caso, alla revoca o sostituzione dell’Amministratore di sostegno, o quantomeno, alla rivisitazione delle prescrizioni, delle limitazioni e delle soluzioni attualmente disposte, dal momento che esse si sono rivelate inidonee a realizzare la piena tutela del beneficiario e, anzi, hanno integrato la lesione della sua autonomia decisionale nell’ambito dell’esercizio di diritti fondamentali quali l’autonoma scelta della residenza e la piena libertà di comunicare e di stabilire relazioni sociali con altre persone.
Resta chiaro che il Garante nazionale esercita il proprio mandato a tutela dei diritti delle persone private della libertà, qualunque ne sia la fonte di limitazione, vigilando, con tutte le prerogative a esso conferite dalla legge, sulla conformità di ogni misura restrittiva ai principi dettati dalla Costituzione, dalle Convenzioni internazionali, dalle leggi e dai regolamenti.