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Notizie Fami

23 ottobre 2019
Disponibile online materiale relativo alla formazione FAMI di ottobre 2019

Roma, 23 ottobre 2019 - Al fine di diffondere il lavoro svolto durante le giornate di formazione sul monitoraggio dei rimpatri forzati tenutesi nell'ottobre 2019, il Garante nazionale rende disponibile online, previo consenso degli interessati, il materiale relativo alla formazione presso la Scuola superiore di Polizia, svoltasi il 9 ottobre, e al Workshop sulla tutela delle vulnerabilità sanitarie nei rimpatri forzati, svoltosi l'11 ottobre presso il Consiglio nazionale forense. In particolare, per quanto riguarda il 9 ottobre si pubblica il materiale relativo agli interventi di Maria Donatella Laricchia, esperto giuridico del Garante nazionale, che ha parlato dei "Percorsi di regolarizzazione negli Istituti di pena. La richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno" e di Maria Lucia Dell'Anna, dirigente medico dell'Istituto Dermatologico San Gallicano, che ha tenuto una relazione su "Condizioni di Salute Incompatibili con il trattenimento nei CPR. Eventi Critici in corso di Trattenimento/Rimpatrio". Relativamente al workshop dell'11 ottobre si pubblica la presentazione di Aldo Morrone, esperto in medicina forense del Garante nazionale, che verteva sulle "Patologie Acute e Croniche Degenerative e gli Stati Psichiatrici da considerarsi Incompatibili con le Condizioni di Cura riscontrabili nei CPR Italiani".

07 ottobre 2019
Workshop del Garante nazionale sulla tutela delle vulnerabilità sanitarie nei rimpatri forzati

Dal 7 all'11 ottobre il Garante nazionale ha organizzato a Roma una serie di eventi di formazione e di approfondimento a livello internazionale Venerdì 11, presso il Consiglio nazionale forense, si terrà il workshop sul tema de "La tutela delle vulnerabilità sanitarie nel corso delle procedure di rimpatrio forzato", nell'ambito del progetto FAMI sul monitoraggio dei rimpatri forzati. Al workshop, che fa seguito a quello dello scorso anno sul tema dell'emersione delle vittime di tratta, parteciperanno diversi esperti e rappresentanti delle istituzioni, fra i quali giuristi, magistrati e medici. 

12 giugno 2019
Monitorate due operazioni di rimpatrio forzato: una verso la Tunisia e una verso l’Egitto

Roma, 12 giugno 2019 - Personale dell’Ufficio del Garante nazionale ha effettuato il monitoraggio di due operazioni di rimpatrio forzato, seguendo le fasi di pre-partenza in aeroporto e salendo a bordo di due voli charter noleggiati dal Ministero dell’Interno e diretti rispettivamente in Tunisia e in Egitto.

Tramite il volo atterrato il 10 giugno a Hammamet sono stati rimpatriati 23 cittadini tunisini, dei quali due provenienti dal CPR di Roma, uno dal CPR di Torino, uno dal CPR di Bari, 18 dal CPR di Trapani e uno dal CPR di Caltanissetta.

Tramite il volo atterrato l’11 giugno a Il Cairo sono stati rimpatriati 14 cittadini egiziani, dei quali cinque provenienti dal CPR di Caltanissetta, uno dal CPR di Potenza-Palazzo San Gervasio, uno dal CPR di Roma e sette dal CPR di Trapani.

L’esito del monitoraggio verrà riportato nel rapporto periodico sui rimpatri forzati, che sarà, come di consueto, inoltrato alle autorità competenti e poi, dopo un periodo di embargo, pubblicato sul sito del Garante nazionale.

02 aprile 2019
Un nuovo riferimento normativo in un ambito ancora pieno di limbi giuridici: gli standard per la privazione della libertà delle persone migranti

Roma, 4 aprile 2019 – Per la prima volta in Italia un’istituzione indipendente elabora, raccomanda e condivide standard nazionali sulla privazione della libertà personale. Ancor più significativo è il fatto che tali standard riguardino un ambito, quello della privazione – di natura non penale – della libertà delle persone migranti, caratterizzato da limbi giuridici e allarmanti criticità. A differenza della privazione della libertà in ambito penale - per la quale esistono norme nazionali di rango primario, come l’ordinamento penitenziario, che garantiscono tutele, individuano figure giudiziarie a cui si può accedere, come il magistrato di sorveglianza, e procedure di reclamo - la detenzione amministrativa delle persone migranti non prevede garanzie di questo tipo, né esistono un testo unitario o prescrizioni di rango legislativo assimilabili a quelle dell’ambito detentivo penale.

Negli ultimi anni il ricorso alla detenzione amministrativa, cioè alla privazione della libertà nei Centri per il rimpatrio (Cpr, ex Cie) disposta dalle Autorità di pubblica sicurezza e convalidata dall’Autorità giudiziaria, è diventato sempre più frequente, trasformandosi da strumento straordinario in regola. Gli interventi normativi in questo settore si sono moltiplicati, sia mediante l’ampliamento della rete dei Centri dedicati sia mediante la previsione di luoghi differenti, con un contestuale aumento delle tipologie di applicazione della misura di trattenimento e un allungamento dei termini di durata massima. Il Garante nazionale registra con disappunto che, a tali interventi non è invece corrisposto un equivalente investimento sulla qualità della vita delle persone trattenute, né un auspicabile e approfondito confronto con la società civile su un aspetto che incide con così forte impatto sui diritti fondamentali della persona.

Non meno importante è l’ambito dei luoghi nei quali si può configurare una privazione di fatto della libertà: gli hotspot, i centri per minori stranieri non accompagnati e le navi battenti bandiera italiana, oppure in navigazione in acque territoriali italiane, che trasportano persone migranti salvate in mare e alle quali viene impedito lo sbarco. Il Garante nazionale, attraverso la pubblicazione degli Standard, ribadisce la sua massima attenzione nei confronti di questi luoghi sottratti alla verifica giudiziaria e privi di quelle garanzie che devono contraddistinguere tutti quei luoghi destinati alla privazione della libertà delle persone. Oltre agli Standard veri e propri, il volume include anche tre capitoli che contengono la raccolta delle raccomandazioni inviate dal Garante nazionale alle Autorità competenti a seguito delle visite effettuate nei Cpr, negli hotspot, nel corso delle operazioni di rimpatrio forzato e nei luoghi di privazione di fatto della libertà, come la nave “Ubaldo Diciotti”.

Le raccomandazioni sono pubbliche. Ciò riflette la centralità per il Garante – una delle poche istituzioni di questo tipo in Europa a pubblicare i propri rapporti sulle visite effettuate- del tema della trasparenza. Con la predisposizione degli Standard, in linea con la giurisprudenza della Corte di Strasburgo (il Garante nazionale ha contribuito alla preparazione di analoghi standard a cura del Consiglio d’Europa, che sono in via di ultimazione) si intende offrire uno strumento di soft law per garantire «l’assoluto rispetto della dignità della persona», così come esplicitamente previsto dalla Legge.

D’ora in poi, il Garante nazionale vigilerà sul rispetto di questi standard- basati sulla propria esperienza diretta di unico organismo che ha libero accesso ai luoghi, ai documenti e alle persone coinvolte nella privazione della libertà- da parte di ogni autorità che assolva al delicato compito – con la conseguente responsabilità – della privazione di natura non penale della libertà di una persone straniera. A

lla presentazione del volume degli Standard, intitolato "Norme e normalità. Standard per la privazione della libertà delle persone migranti", che si terrà oggi alle ore 15,00 nella Sala Igea dell'Istituto della Enciclopedia italiana, interverranno in qualità di relatori, l'on. Giuseppe Brescia, Presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera dei Deputati, Donatella Di Cesare, Professore ordinario di Filosofia all’Università La Sapienza e Mario Morcone, Direttore del Consiglio italiano per i rifugiati. Modererà la discussione Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale. Per il Garante nazionale, interverranno il Presidente Mauro Palma, la componente del Collegio, Daniela de Robert e Massimiliano Bagaglini, responsabile dell’Unità “migranti e privazione della libertà”.

12 dicembre 2018
Picco di rimpatri forzati verso l'Egitto

Roma, 12 dicembre 2018 - Nelle ultime settimane si è verificata un’impennata di voli di rimpatrio forzato verso l’Egitto. A questo proposito, il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, Mauro Palma, registra che, proprio nel momento in cui, dopo la conferma della mancata collaborazione delle autorità egiziane nelle indagini sui responsabili della tortura e dell’assassinio di Giulio Regeni, forme di cooperazione istituzionali con l’Egitto vengono sospese, si ha la sensazione che, viceversa, la collaborazione fra i due Paesi in tema di rimpatri forzati sia entrata in una fase di rilancio.

A questo si aggiunga che, come sottolineato nella Relazione 2018 al Parlamento, il Garante nazionale, in quanto autorità responsabile lato sensu della tutela dei diritti delle persone private della libertà personale, esprime forti perplessità sull’opportunità di organizzare voli di rimpatrio forzato verso Paesi, come l’Egitto e la Nigeria, che non hanno istituito un meccanismo nazionale di prevenzione della tortura (l’Egitto in quanto Stato non firmatario dell’OPCAT e la Nigeria in quanto Stato firmatario che non ha ancora implementato le disposizioni riguardanti il Meccanismo nazionale di prevenzione).

Dopo queste doverose premesse il Garante nazionale informa che una delegazione del proprio Ufficio ha monitorato nella notte fra il 5 e il 6 dicembre 2018 un’operazione di rimpatrio forzato verso l’Egitto, nel corso della quale sono stati accompagnati nel Paese africano 16 cittadini egiziani precedentemente trattenuti nei Centri di Bari, Potenza e Trapani. L’operazione si è svolta in modo regolare, anche se permangono alcune delle criticità che il Garante nazionale ha più volte sollevato nel corso dei monitoraggi realizzati. Fra tali criticità ci sono: il mancato preavviso ai rimpatriandi; l’uso generalizzato e preventivo delle fascette in velcro ai polsi dei rimpatriandi, a prescindere da valutazioni individuali del rischio e da una effettiva e concreta necessità; le verifiche di sicurezza effettuate con modalità non sempre rispettose dei diritti della persona.

 

25 novembre 2018
I processi di emersione e identificazione delle vittime di tratta nelle procedure di rimpatrio forzato

Roma, 25 novembre 2018 - Promosso dal Garante nazionale il primo workshop europeo sull'emersione delle vittime di tratta nel corso delle procedure di rimpatrio forzato
All’iniziativa, ospitata significativamente dalla Casa internazionale delle donne, hanno partecipato in qualità di relatori Maria Grazia Giammarinaro, Relatrice speciale dell’ONU sul traffico di esseri umani, nonché esponenti della magistratura, delle forze di Polizia, delle Associazioni di settore ed esperti di diritti umani.
 

16 novembre 2018
Soddisfazione del Garante nazionale per la riuscita del convegno sui rimpatri forzati in Italia

Grande affluenza di pubblico, fra addetti ai lavori e giornalisti, al convegno organizzato lunedì 12 novembre dal Garante nazionale al Senato sul tema dei rimpatri forzati in Italia. Nel corso dell'iniziativa sono stati presentati i risultati dei due anni di monitoraggi condotti a campione dal Garante nazionale e rivolti alle operazioni di rimpatrio forzato. Al convegno sono intervenuti come relatori il Presidente Mauro Palma, il Segreterario esecutivo del Comitato europero per la prevenzione della tortura, Régis Brillat, il Responsabile dell'Unità "Privazione della libertà e migranti, Massimiliano Bagaglini (il cui intervento è disponibile nel link qui a fianco), esponenti del Ministero dell'Interno, di organizzazioni internazionali come l'Agenzia per i diritti fondamentali- FRA e Frontex e di Associazioni come il CILD. 

Per guardare gli articoli pubblicati e i servizi giornalistici trasmessi riguardanti il convegno si può visitare la sezione "Parlano di noi" del sito del Garante, al seguente link.

12 novembre 2018
Diritti fondamentali e rimpatri forzati: due anni di monitoraggi del Garante nazionale

Roma, 10 novembre 2018

“Il Garante nazionale ha preso molto sul serio il compito di verificare il rispetto dei diritti fondamentali nel corso delle operazioni di rimpatrio forzato. Rispetto al 2017 abbiamo triplicato il numero di voli monitorati e da circa un anno è attivo un sistema nazionale di monitoraggio che coinvolge anche i garanti territoriali”. Lo afferma Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, in vista del primo convegno nazionale “Due anni di monitoraggi dei rimpatri forzati del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà” che si è tenuto lunedì 12 novembre al Senato, nella Sala Capitolare di Piazza delle Minerva.

Il Presidente Palma aggiunge: “Come emerge dal nostro Rapporto 2018 sui rimpatri forzati, che verrà reso pubblico la settimana prossima, sono diverse le criticità riscontrate nelle operazioni monitorate. L’uso delle misure coercitive non è in linea con gli standard europei e internazionali; la trasparenza di informazione va rigorosamente garantita, mentre i rimpatriandi spesso ignorano il motivo del loro trasferimento dal Centro. Altra area di centrale importanza è quella relativa alla tutela della salute: tutte le persone interessate da una procedura di rimpatrio forzato dovrebbero essere sottoposte a una preventiva verifica medica. Analogamente, va garantita la presenza fissa di un mediatore culturale sui voli di rimpatrio.

Positiva è la cooperazione con il Ministero dell’Interno nella formazione dei monitor e degli operatori di scorta. Lo stesso vale per la collaborazione mostrata nel comunicare le statistiche e nell’inoltrare le informazioni sui rimpatri che vengono quotidianamente effettuati.

A questo proposito una riflessione sui numeri. Nel 2017 sono state rimpatriate forzatamente 6.514 persone, di cui 2870 con scorta internazionale e 3644 senza scorta internazionale. Dunque una media di circa 543 persone al mese. Dal 1.01.2018 al 31.10.2018 sono state rimpatriate forzatamente 5306 persone, di cui 2889 con scorta internazionale e 2417 senza scorta internazionale. Dunque una media di circa 530 persone al mese. Questo vuol dire, a giudicare dalla media mensile, che il numero di rimpatri forzati effettuati si è leggermente ridotto rispetto allo scorso anno. La variazione verosimilmente dipende dal fatto che nel 2018 gli sbarchi sono diminuiti. In ogni caso, il Garante nazionale raccomanda di investire di più sui rimpatri volontari, che garantiscono una maggiore tutela dei diritti delle persone e che comportano anche un notevole risparmio per le casse dello Stato”.

Al convegno di lunedì, che sarà moderato da Daniela de Robert, componente del Collegio del Garante nazionale, interverranno in qualità di relatori: Massimiliano Bagaglini, Responsabile dell’Unità “Privazione della libertà e migranti” del Garante nazionale; Massimo Bontempi, Direttore della Direzione centrale immigrazione e polizia delle frontiere; Bruno Mellano, Garante regionale del Piemonte; Antonio Marchesi, Esperto in Diritti umani del Garante nazionale; Alessio Bruni, componente del Comitato consultivo del Consiglio ONU dei diritti umani; Adriano Silvestri, dell’Agenzia per i diritti fondamentali dell’Unione Europea; Magdalena Silska, Consigliere del Fundamental Rights Officer di Frontex; Arturo Salerni della Coalizione italiana libertà e diritti civili e Régis Brillat, Segretario esecutivo del Comitato europeo per la prevenzione della tortura.

20 settembre 2018
Rimpatri forzati: tacere o dare informazioni scorrette ai rimpatriandi può costituire violazione

Il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale ha reso pubblico il rapporto sul monitoraggio di un volo di rimpatrio forzato verso la Nigeria, effettuato lo scorso 19 gennaio.

Il Garante nazionale è l’organismo cui lo Stato italiano ha affidato il monitoraggio delle operazioni di rimpatrio forzato, monitoraggio che viene condotto a campione.

Il volo di rimpatrio monitorato in quest’occasione è stato organizzato in collaborazione con l’Agenzia europea Frontex e ha riguardato l’allontanamento di 38 cittadini nigeriani espulsi dall’Italia, cinque dal Belgio e uno dalla Svizzera, Paesi che hanno partecipato all’operazione con proprio personale di scorta.

14 giugno 2018
Avviso pubblico per la selezione di n. 1 Medico forense esperto nell'applicazione del Protocollo di Istanbul ONU 2004 - scadenza 2 luglio 2018 (ore 12.00)

Progetto "Realizzazione di un sistema di monitoraggio dei rimpatri forzati" Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (FAMI) 2014 - 2020 - Obiettivo Specifico 3 - Obiettivo nazionale 1 - lett. d) migliorare la capacità del sistema nazionale di monitorare le attività svolte nell'attuazione delle operazioni di rimpatrio forzato - CUP - I59D16000700006

Il presente Avviso è rivolto alla selezione di n. 1 Medico forense esperto nell'applicazione del Protocollo di Istanbul ONU 2004 per lo svolgimento di attività del progetto "Realizzazione di un sistema di monitoraggio dei rimpatri forzati".

Il medico farà parte di un pool di esperti specializzati nelle materie che riguardano l'attività di monitoraggio e si occuperà degli aspetti sanitari relativi alle operazioni di rimpatrio forzato, incluse la tutela dell'integrità fisica e psichica delle persone rimpatriate nonchè la valutazione degli elementi di prova fisica e psicologica della tortura e altri maltrattamenti subiti prima e/o durante il viaggio.