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il punto

7 novembre 2020 - n. 3

Persone detenute

Questo numero del nostro periodico impegno di informazione non può prescindere dalla nuova situazione determinatasi relativamente alla diffusione del contagio e che ha portato alle indicazioni emanate attraverso il nuovo decreto del Presidente del Consiglio. La suddivisione del territorio nazionale in aree che determinano differenti possibilità di spostamento al loro interno e all’esterno di ciascuna di esse si riflette in modo maturale anche sulle possibilità di accesso di parenti e persone care agli Istituti penitenziari sia per adulti che per minori. Nessuna particolare norma di blocco dei colloqui visivi è adottata – né è questa l’intenzione delle Amministrazioni responsabili – ma evidentemente l’impossibilità di taluni spostamenti, se non per motivi eccezionali, ricade sull’effettiva fruibilità dei colloqui stessi. Naturalmente, particolare importanza assume l’effettiva possibilità di utilizzare da parte i tutti quanto offerto dall’attuale tecnologia dell’informazione e della comunicazione, replicando e ampliando il loro positivo impiego già sperimentato in occasione del precedente periodo di forte diffusione del contagio.

Come è già avvenuto nel passato, molti aspetti pratici che discendono dal decreto approvato, sono spiegati attraverso le risposte alle domande (Faq, www.governo.it/it/articolo/domande-frequenti-sulle-misure-adottate-dal-governo/15638) da più parti poste sulla base di dubbi ed esigenze dei singoli. Le linee sono tuttavia chiare perché mentre per la gran parte del territorio attualmente colorata di giallo sono possibili gli spostamenti, per alcune aree di colore arancione sono possibili soltanto gli spostamenti in ambito comunale e per altre, quelle rosse, i provvedimenti, ancora più restrittivi, non consentono neppure questi. La possibilità di raggiungere gli Istituti ne è diretta conseguenza.

I detenuti presenti sono attualmente 54.809, 85 in meno di quanti non fossero presenti quattro giorni fa (quando è stato pubblicato il punto n.2), mentre il numero di posti disponibili rimane lo stesso. I primi effetti del più volte richiesto contenimento del ricorso alla custodia cautelare in carcere nonché le prime applicazioni di quanto emanato con l’ultimo decreto-legge sono ancora chiaramente timidi. Il rischio è che tale timidezza permanga e che senza interventi più decisivi, da adottare anche in sede di conversione del decreto, ci sia molta distanza rispetto agli effetti sperati, oltre che assolutamente necessari.

La tipologia della diffusione del contagio, pur innalzandosi in numeri, non muta. Se è vero che l’estensione procede a ritmo sostenuto, e che ha superato le 400 unità tra i detenuti e un valore più alto tra il personale, i casi di positività continuano a concentrarsi prevalentemente in sei Istituti, oltre due hub lombardi che funzionano da strutture ricettivo-sanitarie per le zone limitrofe, distribuendosi in numeri piccoli in altri 49 Istituti (molti con un singolo caso). Nessun caso nei rimanenti 135 Istituti. Una, quindi, situazione importante, ma che è tuttora sotto controllo.

Positivamente in questo quadro è l’avvenuta nomina di un nuovo Direttore generale dei detenuti e del trattamento, posto rimasto coperto soltanto da un facente funzione. Il Garante nazionale esprime soddisfazione per la nomina a tale ruolo di Gianfranco De Gesu, già Provveditore per l’Amministrazione penitenziaria della Toscana e dell’Umbria. In questo momento, proprio per la sua connotazione di intrinseca difficoltà Occorre dare indicazioni capaci di rispondere alle nuove e vecchie emergenze, dando forza alla funzione rieducativa della pena e indirizzando il proprio impegno affinché l’attuale contingenza non determini una riduzione del profilo trattamentale che l’esecuzione penale deve mantenere come asse del proprio svolgersi. Il Garante nazionale, proprio per la difficoltà che il sistema sta nuovamente vivendo, rivolge il proprio apprezzamento a tutti gli operatori che continuano nel loro impegno per assicurare una difficile funzione di servizio al Paese: le Direzioni, gli esponenti del Corpo di Polizia penitenziaria, i funzionari giuridico-pedagogici, il personale amministrativo.

Persone migranti

Il numero di persone migranti destinate al rimpatrio ospitate nei Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr) è in aumento: dal 29 ottobre a oggi, 6 novembre, le presenze complessive sono salite da 340 a 430 su un totale di 598 posti disponibili nelle sette strutture attualmente operanti sul territorio italiano. Il Cpr di Torino è quello che registra una maggiore crescita di persone attualmente (109 per una capienza complessiva di 112 posti); simmetricamente la riduzione più consistente si è avuta nella struttura di Bari (passando da 35 a 18).

Ma il numero di migranti privati della libertà si concentra attualmente di fatto in strutture più ‘anfibie’, dove misura di precauzione sanitaria e misura di pre-identificazione si sommano e si confondono: particolarmente affollato è risultato negli ultimi giorni l’hotspot di Lampedusa, dove ieri erano presenti 1279 persone. Il Ministero dell’Interno, tuttavia, ha comunicato al Garante l’avvio sin da ieri delle operazioni di trasferimento verso altre strutture. Nell’hotspot di Pozzallo le persone migranti presenti sono 43.

Molte le presenze sulle navi quarantena, ospitate in rada di fronte al porto di Augusta e quello di Trapani e nelle acque lampedusane. A bordo vi sono in totale 948 persone migranti di cui 109 positive al Covid-19. Queste ultime sono ospitate in aree separate e isolate della nave al fine di proteggere le restanti persone. Il numero delle persone presenti a bordo, presumibilmente, è destinato a salire proprio per quell’auspicato svuotamento dell’hotspot di Lampedusa. Sulla questione delle navi occorre tornare a riflettere e confrontarsi, anche con quelle associazioni che più direttamente svolgono un lavoro di contatto con le persone che hanno trascorso un periodo di quarantena a bordo.

Il Garante nazionale da parte sua ha già nel passato espresso la propria opinione di necessario contenimento della funzione delle navi alla sola fase precauzionale, peraltro supportata da una effettiva informazione circa i diritti azionabili e dalla massima attenzione alle storie individuali delle persone soccorse in mare. Storie spesso connotate da un passato di violenza subita.

Il Garante nazionale

Nel contesto dei temi precedentemente considerati, il Garante nazionale è stato audito dalla Prima Commissione "Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni” della Camera dei Deputati. Nel corso dell’audizione ha opportunamente espresso il proprio parere relativamente alla lettera, alle previsioni contenute, al contesto del provvedimento oggetto di esame: le modifiche al decreto cosiddetto sicurezza dello scorso anno, l’intervento su talune norme di natura penale e la definizione di alcuni aspetti della figura del Garante nazionale. La doverosa espressione di opinioni in merito è stata fortemente attaccata dal capo di uno dei gruppi politici presenti. Il Garante nazionale ritiene che tali espressioni siano da accogliere come manifestazione della positiva qualità di un confronto parlamentare e quindi non intende replicare, pur non condividendone il contenuto. Ieri ha inviato al Presidente della Commissione il testo scritto a supporto della audizione; testo che è pubblicato sul sito del Garante nazionale all’indirizzo:

https://www.garantenazionaleprivatiliberta.it/gnpl/it/pareri.page