16 agosto 2019
Il Garante nazionale delle persone private della libertà segue con preoccupazione gli sviluppi della situazione delle persone salvate in mare e da due settimane a bordo della nave "Open arms".

Roma, 16 agosto 2019 - Nella giornata di ieri il Presidente Mauro Palma, dopo una lunga e cordiale interlocuzione telefonica con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha inviato una lettera al Ministro dell’Interno che ieri aveva dato notizia di un decreto di divieto di sbarco e ai Ministri della Difesa e delle Infrastrutture e trasporti, oltre che allo stesso Presidente del Consiglio. Nella lettera il Garante esprime forte preoccupazione per la perdurante situazione di privazione de facto della libertà delle persone a bordo della nave e per l’impatto che tale situazione ha sui diritti fondamentali delle persone soccorse, sul loro precario equilibrio psico-fisico, certificato anche da una équipe medica di ‘Emergency’, sul concretizzarsi di una condizione di ‘trattamento inumano o degradante’, vietato in modo inderogabile dall’articolo 3 della Convenzione europea per i diritti umani.

La mancata designazione di un luogo dove sbarcare, così concludendo l’operazione di soccorso avviata più di quindici giorni fa, dove ricevere cura e assistenza, dove essere identificati e dove poter avere accesso in concreto agli strumenti di tutela previsti dal diritto internazionale, non ha soltanto effetti gravi nei confronti delle persone, ma espone anche il Paese al rischio di censure sul piano internazionale per il non adempimento di obblighi sottoscritti e ratificati in trattati e convenzioni di cui l’Italia è parte.

Da oltre 24 ore l’imbarcazione è in acque italiane, pur senza l'autorizzazione a far sbarcare le persone a bordo: solo nei casi di deterioramento grave delle condizioni fisiche e psichiche viene concesso lo sbarco. Non è possibile che per godere di diritti che attengono alla persona in quanto tale e delle garanzie che sono costituzionalmente assicurate a chiunque si trovi nel territorio del nostro Paese, si debba giungere a condizioni così estreme.  Mentre l’Autorità giudiziaria si sta pronunciando sul profilo di rilevanza penale che la situazione in essere potrebbe avere, il Garante nazionale torna a inviare monito e appello alle Autorità responsabili del nostro Paese perché possa concludersi nel modo meno rischioso per i singoli e per le istituzioni quanto tuttora si verifica nelle acque di fronte a Lampedusa.

Nella lettera inviata ieri il Garante nazionale ha dichiarato il proprio impegno a sostenere le iniziative che il nostro Paese assumerà per un’effettiva responsabilizzazione degli altri Paesi europei, per l’affermazione del principio della corresponsabilità dell’Unione nella ricerca di soluzioni a un problema che non può essere lasciato soltanto ai Paesi del confine marittimo meridionale.