27 marzo 2023
Visita del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale al Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (Spdc) dell’Azienda Ospedaliera San Camillo- Forlanini

30 dicembre 2021 - Estratti del Rapporto (inviato il 28 febbraio 2022 e consultabile integralmente qui insieme alle risposte ricevute dal Direttore generale e dalla Direzione sanitaria della struttura)

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Al momento della visita nel Servizio erano presenti 12 pazienti (cinque uomini e sette donne) su 15 posti letto disponibili, tutti formalmente in trattamento sanitario volontario (Tsv). […]

Tuttavia, secondo quanto riferito e riscontrato dalla documentazione, non è raro che nel Servizio siano ricoverate delle persone in sovrannumero, aggiungendo letti (fino a cinque) in corridoio.

Tale criticità è legata – secondo quanto riportato – alla combinazione della non previsione da parte del Pronto Soccorso di sistemazioni in aree per persone in attesa della disponibilità del posto letto con l’impossibilità da parte del Servizio di rifiutare pazienti inviati dal Pronto soccorso stesso.

Il Garante esprime perplessità per tale situazione che comporta il ricovero di persone particolarmente fragili e talvolta in situazione di acuzie in un corridoio, senza alcuna riservatezza. La non episodicità di tale situazione è confermata da due elementi: le annotazioni su una lavagna all’interno del Servizio, dove, oltre all’indicazione di quindici sistemazioni regolari e relative presenze, erano riportate anche cinque possibili sistemazioni di fortuna, indicate con sigle da “Cor1” a “Cor5” quasi fossero normali posti letto; la “Planimetria del Padiglione Morgagni piano terra Reparto Spdc” contenente l’indicazione dei posti letto, tre dei quali nel corridoio, trasmessa dalla Questura di Roma-Squadra mobile III Sezione “Omicidi e reati contro la persona” alla Procura della Repubblica presso il Tribunale relativamente al procedimento penale riguardante il decesso di Wissem Ben Abdelataif.

Nel caso in cui si ricorra alla contenzione – pratica non così ipotetica in questo Spdc – questa può avvenire, quindi, anche, in un luogo di passaggio, qualora il paziente abbia il letto assegnato in corridoio.

Non vi è necessità di sottolineare come tale possibilità sia intrinsecamente irrispettosa della persona contenuta e altresì degli altri pazienti che ne potrebbero trarre turbamento.

Del resto, non si tratta di un’ipotesi di scuola poiché è assodato e documentato che il signor Wissem Ben Abdelataif, ricoverato presso questo Servizio il 25 novembre 2021, è stato sistemato in un letto in corridoio, presumibilmente per mancanza di altri posti, è stato contenuto per tutto il tempo del suo ricovero ed è deceduto in tale condizione il giorno 28 novembre.

Era stato trasferito in questo Spdc dal corrispondente Servizio dell’Ospedale “G.B. Grassi” di Ostia, proveniente dal Centro per il rimpatrio di Ponte Galeria-Roma. La duplice direzione sanitaria del dottor Paolo Petrini nel novembre 2021 sia del Spdc dell’Ospedale “G.B. Grassi” di Ostia, sia del Spdc dell’Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini, pone il quesito della preventiva valutazione del trasferimento del signor Wissam Ben Abdelataif dalla struttura di Ostia a quella romana nella consapevolezza di una sua precaria sistemazione.

I locali di questo Spdc sono, nel complesso, non adeguati alle esigenze dei pazienti. Il dehors è uno spazio di cemento, privo di copertura dagli agenti atmosferici, trovato sporco nel giorno della visita, con arredi (qualche sedia) visibilmente rimediati e non pensati per i pazienti […] il locale interno per il fumo consiste in una piccola stanza priva di un sistema funzionante di ricambio dell’aria, con la persiana della finestra chiusa con un lucchetto. Le scritte che ricoprono interamente le pareti riportano date risalenti a diversi anni fa, segno che da tempo tale locale non viene ridipinto o ripulito.

Le sale comuni sono estremamente ridotte in numero e in dimensione, arredate con tavolini di colore celeste chiaro, più adatto a un asilo infantile che non a un locale per adulti, emblematico di una proposta ‘trattamentale’ di tipo infantilizzante. La sala, del resto, viene utilizzata solo per vedere la televisione, mangiare insieme (anche se i posti a sedere sono inferiori al numero dei posti letto disponibili), fare qualche minima attività. L’aggettivo minimo è utilizzato volutamente perché è stato riferito al Garante nazionale che, nonostante l’organico preveda assistenti sociali e terapisti per la riabilitazione, di fatto queste figure sono del tutto assenti, con inevitabili ricadute sulla gestione dei pazienti e sul loro percorso terapeutico.

Il Garante nazionale ha osservato con stupore che le persone erano costrette a stare sempre con la luce artificiale accesa, nonostante tutte le stanze e i corridoi fossero dotati di ampie finestre.

A tale stupore è stato risposto che le persiane sono tenute quasi tutte chiuse perché i perni che consentono di tenerle aperte sono rotti da tempo. Il risultato, in un ambiente ospedaliero istituzionalmente dedicato alla ‘cura’ (citata nel nome stesso del Servizio) e altrettanto istituzionalmente concepito per evitare segregazione e volto a ricostruire un percorso di riconnessione con l’ordinarietà della vita e della propria gestione, si vive con le finestre oscurate e con la luce artificiale perennemente accesa, così sopperendo alla mancata manutenzione.

Particolare attenzione è stata dedicata dal Garante nazionale alla tenuta dei registri. Gli interlocutori presenti hanno riportato il frequente permanere delle persone nel Servizio per periodi più lunghi attraverso la trasformazione del Trattamento sanitario obbligatorio (Tso) in Trattamento sanitario volontario (Tsv). Hanno anche riportato come non raro il ricorso all’articolo 54 c.p. (stato di necessità) quale base legale di talune pratiche.

Non vi sono specifici registri per i Trattamenti sanitari obbligatori e per la contenzione.

Per quest’ultima è attuato il Protocollo dal titolo “Procedura per la contenzione fisica di pazienti ricoverati presso i Servizi psichiatrici di diagnosi e cura della Asl Roma 3”[1]. Il registro specifico previsto da tale Protocollo è risultato inesistente, come pure quello in cui riportare le situazioni di ricorso al citato “stato di necessità”. Sono presenti solo delle schede relative alla contenzione, corrispondenti all’allegato 2 del già citato documento. Si tratta, tuttavia, di schede che non riportano la modalità della contenzione, né i controlli visivi effettuati dal personale medico o infermieristico (previsti ogni 30 minuti), né la mobilitazione che «deve essere eseguita almeno ogni due ore per 10 minuti»[2]. Tali controlli possono essere dedotti, secondo quanto riferito, solo dal registro delle consegne del personale infermieristico.

[…]

Alla luce di quanto sopra riscontrato nel Servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini,

  1. Il Garante nazionale raccomanda che le Autorità responsabili istituiscano in ogni Spdc del territorio di competenza della Regione Lazio i registri rispettivamente relativi ai trattamenti sanitari obbligatori e al ricorso alla contenzione, assicurando che essi siano compilati in maniera sistematica e accurata, con opportuna codificazione dei nominativi dei pazienti. Nel caso di ricorso alla contenzione, devono essere riportati la modalità della contenzione stessa, la data, l’ora di inizio e quella di fine della sua applicazione, i dovuti controlli sanitari, ogni evento verificatosi.

Sulla base delle risultanze della propria analisi della struttura, come precedentemente riportato,

  1. il Garante nazionale raccomanda all’Amministrazione dell’Aziendale ospedaliera San Camillo-Forlanini di provvedere a una ristrutturazione complessiva dei locali del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura, garantendo adeguati spazi per le terapie riabilitative, le attività di socializzazione, gli incontri con le famiglie, le attività all’aperto.

Inoltre, constatate condizioni materiali di particolare degrado,

  1. il Garante nazionale raccomanda che l’Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini provveda con urgenza a:
  • risolvere il problema delle ante delle persiane e fornire conseguentemente ai pazienti il pieno accesso alla luce naturale,
  • ristrutturare lo spazio all’aperto e dotarlo di adeguato arredo,
  • effettuare una manutenzione straordinaria della sala per fumatori, prevedendo un impianto di areazione funzionante, oltre che una radicale pulizia dell’ambiente impregnato dal fumo.

Il Garante nazionale chiede di essere informato sull’implementazione delle Raccomandazioni.

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[1] Il documento al paragrafo 5 - modalità esecutive prevede che: «Ogni fase della contenzione deve essere documentata nella cartella clinica e nel registro delle contenzioni».

[2] “Procedura per la contenzione fisica di pazienti ricoverati presso i Servizi psichiatrici di diagnosi e cura della Asl Roma 3”.