01 marzo 2021
Cordoglio del Garante nazionale per la morte degli appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria Antonio Maiello, Giuseppe Matano e Angelo De Pari

Roma, 1 marzo 2021 - La notizia delle morti per Covid, avvenute nel giro di pochi giorni, dell’Ispettore Antonio Maiello, del sostituto Commissario Giuseppe Matano e dell’Assistente capo coordinatore Angelo De Pari, tutti operatori di Polizia penitenziaria, colpisce il Garante nazionale, che ancora una volta vuole esprimere la propria vicinanza agli uomini e alle donne del Corpo, chiamati a svolgere un lavoro complesso e delicato, che l’emergenza sanitaria ha reso ancora più difficile.

Un lavoro non sempre riconosciuto a cui il Garante nazionale ha voluto dare il giusto riconoscimento nel presentare la propria Relazione al Parlamento nel giugno scorso: «Accanto alla doverosa riconoscenza verso gli operatori sanitari espressa da voci più autorevoli della mia – ha detto Mauro Palma – aggiungo quella verso coloro che hanno permesso la continuità della presenza istituzionale nei luoghi di detenzione, penale o amministrativa, non sempre destinatari di un’effettiva riconoscenza».

Fin dall’inizio del suo manifestarsi, il Garante nazionale ha monitorato con attenzione il diffondersi dell’epidemia all’interno degli Istituti penitenziari, tenendo accesi i riflettori su questi luoghi chiusi e sui rischi intrinsecamente insiti in essi. Ha reso noti, attraverso i suoi Bollettini, i numeri e la realtà di quanto accadeva oltre i muri. Ha chiesto interventi per rallentare la diffusione del virus, attraverso la tutela dei lavoratori all’interno degli Istituti e la diminuzione della densità delle persone all’interno del carcere al fine di poter affrontare con adeguati spazi e mezzi l’insorgere di una eventuale emergenza interna. E, con l’arrivo dei vaccini, ha sostenuto l’esigenza di immunizzare tutti coloro che in carcere operano e vivono: l’innegabile contenimento dell’epidemia negli Istituti penitenziari, se si paragona con quanto è accaduto in altre strutture chiuse, non può essere utilizzata come giustificazione per un ritardo nella protezione degli operatori, assicurata in altri contesti, da quelli sanitari a quelli dell’istruzione.

Il Garante nazionale esprime il proprio cordoglio e la propria vicinanza alle famiglie degli operatori penitenziari deceduti e rinnova il proprio riconoscimento per il lavoro svolto al servizio della comunità.