Comunicati Stampa
Accesso alle sezioni del 41bis e poteri e obblighi del Garante nazionale
Roma, 11 novembre 2017. A chiarimento di quanto riferito da alcune agenzie circa un’interrogazione parlamentare degli onorevoli Giulia Sarti e Vittorio Ferraresi, il Garante nazionale per i diritti delle persone detenute o private della libertà personale, Maura Palma, precisa che Il Garante nazionale ha da sempre accesso a colloqui riservati con tutte le persone private della libertà. Ciò sulla base della legge del 9 novembre 2012 di ratifica del Protocollo Opzionale alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altri trattamenti o pene crudeli, inumani o degradanti, fatto a New York il 12 dicembre del 2002.
Visita del Garante in Sardegna
Roma, 11 novembre 2017. Visita del Garante in Sardegna: monitorati negli Istituti di pena le sezioni di alta sicurezza e di detenzione speciale ex 41 bis, i reparti femminili, le strutture sanitarie; visite anche alle camere di sicurezza delle Polizie, all’Istituto penale minorile e alla REMS.
Inviato al Ministro della Giustizia il parere del Garante nazionale sui decreti legislativi sull'ordinamento penitenziario
Roma, 2 novembre 2017. Il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale ha inviato oggi al Ministro della giustizia il proprio parere sullo schema di decreto legislativo relativo alla Legge di delega n.103 del 2017 sulla riforma dell’ordinamento penitenziario, ricevuti il 27 ottobre.
Sentenze della Corte EDU, azione preventiva e nessuna tolleranza
Roma, 26 ottobre 2017. Le due sentenze di condanna per tortura che arrivano dalla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo sono un campanello d'allarme che richiede importanti e urgenti azioni da parte dell'Italia. Esse infatti riguardano sia gli aspetti sostanziali - l'accertata tortura - sia quelli procedurali - il non aver adeguatamente perseguito i fatti perché al tempo della loro commissione non esisteva il reato di tortura.
Visita in Lombardia
Il Garante Nazionale ha effettuato una visita di due settimane, con suddivisione in tre sotto-delegazioni, a strutture di privazione della libertà in Lombardia.
Nuovo indirizzo di posta elettronica certificata
Dal 9 ottobre 2017 il Garante Nazionale utilizza un sistema di protocollo informatico dotato di interoperabilità.
Gli uffici dotati di un protocollo informatico, per utilizzare i servizi di interoperabilità dovranno inserire nella rubrica i seguenti dati:
• Codice amministrazione: m_dg
• Codice AOO: GNDDP01
• Descrizione: Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale
• Email Certificata: prot.segreteria@cert.garantenpl.it
L’indirizzo di posta elettronica certificata prot.segreteria@cert.garantenpl.it, integrato con il sistema di protocollo elettronico, è l’unico abilitato a ricevere documentazione, sia da altri protocolli informatici che da email certificate.
Quattro suicidi nell'ultima settimana
Roma, 31 luglio 2017. Quattro suicidi in una settimana. Trentadue dall’inizio dell’anno. Numeri che non possono non interrogare e che richiedono interventi urgenti volti a migliorare il sistema di prevenzione messo a punto dal Ministero della giustizia.
27 suicidi in carcere dall'inizio dell’anno: il Garante nazionale interviene nelle indagini in corso come persona offesa
Roma, 20 luglio 2017. Il Garante nazionale, in quanto titolare della tutela dei diritti delle persone detenute e, conseguentemente, di persona danneggiata dalle violazioni dei diritti protetti, intende intervenire come parte offesa nelle indagini relative a tutti i casi di suicidio, a cominciare dall’anno in corso.
redattoresociale.it, 22 luglio 2017
Visita del Garante nazionale in Abruzzo
Roma, 12 luglio 2017. Sovraffollamento, carenze nei servizi pubblici essenziali e isolamento dai contesti sociali urbani degli Istituti penitenziari. È tangibile la mancanza del Garante regionale.
Anche l’Italia riconosce la tortura quale crimine grave da punire
Roma, 6 luglio 2017. Con il voto definitivo della Camera, il codice penale italiano contiene il reato di tortura e la sua relativa sanzione. La parola non detta e non scritta nel catalogo dei reati, nonostante impegni internazionali presi ormai più di trent’anni fa, entra così nell’insieme di ciò che la collettività considera crimine grave da punire adeguatamente.