Notizie Fami
Disponibili online le nuove linee guida del Garante nazionale sul monitoraggio dei rimpatri forzati
Da oggi è disponibile anche in formato digitale il nuovo volume con le Linee guida sul monitoraggio dei rimpatri forzati, curato dal Garante nazionale. Inoltre, sono online le nuove versioni digitali dell'opuscolo pieghevole, che riassume il contenuto delle Linee guida. Le Linee guida costituiscono un prezioso strumento di lavoro a disposizione della rete dei monitor del Garante nazionale. Raccolgono i principali riferimenti nazionali e internazionali sul tema e sono state concepite dopo quasi tre anni di intenso lavoro di monitoraggio dei rimpatri forzati.
Il Garante nazionale e i Presidenti dei Comitati sovranazionali di controllo sulla privazione della libertà a Roma per un confronto pubblico su diritti fondamentali e rimpatri forzati
Accordo tra il Garante nazionale e l’Ombudsperson albanese per una più solida tutela di chi viene forzatamente rimpatriato
Tre giorni di formazione sui rimpatri forzati per rafforzare la rete nazionale di monitoraggio con i Garanti territoriali
Rimpatri forzati: firmato accordo di cooperazione con l’organismo di garanzia della Georgia
Roma, 7 marzo 2022 – Si tratta del primo accordo bilaterale fra organismi indipendenti di garanzia che renderà possibile, grazie a una sorta di staffetta, monitorare il rispetto dei diritti umani nel corso di tutte le fasi di un rimpatrio forzato: dal Paese di espulsione fino al Paese di rimpatrio. Lo hanno firmato oggi il Garante nazionale delle persone private della libertà- organismo al quale è affidato il monitoraggio dei rimpatri forzati in Italia- e il suo omologo georgiano - il Difensore pubblico di Georgia, rappresentato dalla capo delegazione Tamar Gvaramadze-, alla presenza della Console di Georgia, Natalia Kordzaia.
Fino a oggi, il Garante nazionale – che dal gennaio del 2021 al febbraio del 2022 ha monitorato 31 voli charter con destinazione Tunisia, Egitto, Georgia, Gambia e Albania – ha seguito le operazioni di rimpatrio forzato sin dalla fase iniziale (per esempio da un Centro per il rimpatrio), per proseguire all’imbarco in aeroporto e fino al volo, fermandosi però necessariamente all’aeroporto di arrivo.
D’ora in poi, invece, il Garante nazionale e il Difensore pubblico potranno monitorare congiuntamente tutte le fasi del rimpatrio, inclusa quella della presa in carico dei rimpatriandi da parte delle autorità georgiane e quella, successiva, del ritorno a casa. Inoltre, i due organismi si scambieranno informazioni in relazione a imminenti operazioni di rimpatrio forzato dall’Italia alla Georgia nonché alla fase di post-ritorno in Georgia.
Il Garante nazionale, Mauro Palma, ha dichiarato al margine della cerimonia di sottoscrizione: «Sono molto contento di questo accordo con il quale ci poniamo come apripista nel mondo su un tema importante come quello del monitoraggio della fase di ritorno nel Paese di rimpatrio. Molti cittadini non sanno che il Garante nazionale sale materialmente sui voli di rimpatrio forzato - scelti a campione - per vigilare il rispetto dei diritti umani. Finora assisteva fino alla presa in consegna da parte delle Autorità straniere, che avviene a bordo dell’aereo. Grazie alla cooperazione con i colleghi georgiani, lo sguardo del Garante si potrà estendere al Paese di arrivo per capire cosa avviene subito dopo il rimpatrio delle persone».
La realizzazione dei sistemi di monitoraggio post-ritorno risponde alle sollecitazioni del Parlamento europeo, che nella Risoluzione del 17 dicembre 2020 esorta la Commissione a «garantire l'istituzione di un meccanismo di monitoraggio successivo al rimpatrio per conoscere la sorte delle persone rimpatriate, ove possibile sul piano giuridico e pratico, prestando particolare attenzione ai gruppi vulnerabili, tra cui i minori non accompagnati e le famiglie».
L’accordo rientra negli obiettivi del Progetto “Implementazione di un sistema di monitoraggio dei rimpatri forzati”, finanziato dal Fondo Asilo Migrazione e Integrazione in favore del Garante nazionale.
Nel 2021 meno del 50% delle persone transitate nei Cpr è stato effettivamente rimpatriato. Per gli altri una privazione della libertà ingiustificata
Roma, 2 dicembre 2021 - Secondo i dati forniti dal Dipartimento della pubblica sicurezza elaborati dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale in occasione del workshop “La tutela della salute delle persone migranti sottoposte a misure di trattenimento e rimpatrio forzato” di martedì 30 novembre, solo il 49,7% dei migranti trattenuti nei centri di rimpatrio nel 2021 è stato effettivamente rimpatriato.
Dal 1 gennaio al 15 novembre sono infatti 4489 le persone straniere transitate dai Centri per il rimpatrio (Cpr), tra loro solo 2231 sono state rimpatriate. Un dato che conferma la tendenza degli anni precedenti (48,7% nel 2019 e 50,88% nel 2020) e che pone seri interrogativi circa la legittimità di un trattenimento finalizzato a un obiettivo che nella metà dei casi non viene raggiunto. Una privazione della libertà dunque “ingiustificata e fine a se stessa”, come sottolineato dal Garante nazionale nelle Relazioni al Parlamento degli ultimi anni.
I motivi di non rimpatrio sono diversi: residuali sono l’allontanamento arbitrario (1,14%) e l’arresto all’interno del Cpr (1,11%); il 16,62% delle persone transitate nei Cpr è stato dimesso perché non identificato allo scadere del termine, nel 15,64% dei casi il fermo non è stato convalidato dall’autorità giudiziaria. 84 persone (1,87% del totale) erano richiedenti di protezione internazionale, 624 (il 13,9%) sono stati liberati per “altri motivi”.
Il dato varia da Cpr a Cpr. Si va dall’88% di rimpatri effettuati dal centro di Caltanissetta Pian del Lago o dal 77,7% da quello di Trapani al 18,9% di rimpatri effettuati dal Cpr di Macomer e al 18,1% da quello di Torino.
Per quanto riguarda le provenienze delle persone transitate dai centri per il rimpatrio, oltre la metà (54,9%) proviene dalla Tunisia, 10,5% dall’Egitto, 7,3% dal Marocco, 4,3% dall’Albania, 3,7% dalla Nigeria.
Sui 2231 rimpatri di quest’anno la maggioranza (71,8%) sono stati effettuati verso la Tunisia con 1602 persone. 259 verso l’Egitto, 142 verso l’Albania, 53 verso la Romania, 30 verso la Georgia.
Il Garante nazionale svolge regolarmente visite nei Cpr e monitora a campione con cadenza almeno mensile le operazioni di rimpatrio forzato di cittadini stranieri (dall’inizio di questo anno ha realizzato 5 visite nei Cpr e partecipato a 17 operazioni di rimpatrio forzato). L’Autorità di garanzia ha quindi un quadro complessivo e aggiornato delle problematiche relative alla tutela dei diritti delle persone trattenute.
I Rapporti più recenti sulle visite del Garante nazionale nei Cpr sono disponibili ai seguenti link: 1 e 2
Intanto le presenze nei Cpr sono in aumento
Workshop del Garante nazionale sulla tutela della salute nei rimpatri forzati e nei Cpr
Roma, 29 novembre 2021 - Martedì 30 novembre, alle ore 9,30, si terrà il workshop dal titolo “La tutela alla salute delle persone migranti sottoposte a misure di trattenimento e rimpatrio forzato”, organizzato dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà.
L’iniziativa è rivolta a tutti gli attori – garanti locali, associazioni, avvocati, personale di polizia, enti gestori – interessati a vario titolo al tema dei rimpatri forzati e del trattenimento delle persone migranti.
A seguito del verificarsi di gravi fatti di cronaca riguardanti la tutela della salute nei Cpr e a due anni dall’organizzazione di un evento simile, il Garante nazionale torna a riflettere sull’argomento per offrire un’occasione di confronto tra istituzioni, operatori e terzo settore.
Il Garante nazionale svolge regolarmente visite tematiche e di follow-up nel centri per il rimpatrio e monitora a campione con cadenza almeno mensile le operazioni di rimpatrio forzato di cittadini stranieri (dall’inizio di questo anno ha realizzato 5 visite nei Cpr e partecipato a 17 operazioni di rimpatrio forzato). L’Autorità di garanzia ha quindi un quadro complessivo e aggiornato delle problematiche relative alla tutela della salute delle persone trattenute.
Sono molte le criticità che saranno approfondite nel corso del workshop. Si discuterà di problemi infrastrutturali dei Centri nei quali, come rilevano i Rapporti del Garante nazionale, vi sono spesso ambienti insalubri e non soggetti al periodico controllo dell’autorità sanitaria. Una di tali strutture era il cosiddetto “Ospedaletto” del CPR di Torino, chiuso dal Ministero dell’Interno a settembre dopo che il Garante nazionale aveva definito come “trattamento inumano e degradante” l’alloggiamento in quell’area.
Si parlerà della necessità di procedere a un’approfondita verifica della compatibilità del trattenimento con le condizioni di salute delle persone, garantendo l’acquisizione della documentazione sanitaria dalle eventuali strutture di provenienza (Istituti di pena in particolare).
Inoltre, sarà affrontato il nodo degli accordi di collaborazione tra le Aziende sanitarie locali e le Prefetture che in alcuni territori, pur se già sottoscritti, risultano inattuati e pertanto non in grado di assicurare il tempestivo accesso alle cure. Il rafforzamento del coordinamento tra i presidi sanitari interni ai Cpr e la rete dei servizi sanitari è infatti una questione aperta. In particolare, è ancora deficitaria, nonostante le rassicurazioni in merito, l’adeguata presa in carico delle persone affette da disagio mentale e mancano interventi di prevenzione del rischio suicidario. Una cura per le persone fragili trattenute che deve essere garantita anche una volta fuori dai Cpr, attraverso dimissioni protette come recepito da una recente circolare del Ministero degli Interni in seguito alle raccomandazioni del Garante.
L’iniziativa offrirà anche l’occasione per un aggiornamento sui dati sulle persone transitate nei Cpr e in generale su quelle rimpatriate nel 2021.
Sarà possibile partecipare online previa registrazione al link: https://garantenpl.confnow.eu/
Rimpatri forzati e tutela dei diritti fondamentali - La rotta del Mediterraneo e le sfide del presente
Si terrà a Palazzo Merulana il primo ottobre 2021 il convegno "Rimpatri forzati e tutela dei diritti fondamentali - La rotta del Mediterraneo e le sfide del presente", organizzato nell'ambito del progetto “Implementazione di un sistema di monitoraggio dei rimpatri forzati”, programma FAMI 2014-2020.
Programma e registrazione per seguire l'evento in streaming.
Consulenti e collaboratori per esperti FAMI 2
Sono stati contrattualizzati gli esperti del Progetto "Implementazione di un sistema di monitoraggio dei rimpatri forzati". Qui di seguito l'elenco degli esperti e i rispettivi contratti:
a) Esperto in rendicontazione dei progetti europei - Dott.ssa Sivia Casiraghi
b) Esperto in comunicazione - Dott. Dario Pasquini
c) Esperto in comunicazione web, social media - Dott. Luca Faenzi
d) Giurista esperto in problematiche legali su tematiche giuridiche attinenti il diritto dell'immigrazione e dell'asilo - Avv. Salvatore Fachile
e) Assistente giuridico monitoraggio desk - Avv. Maria Donatella Laricchia
f) Medico forense esperto nell'applicazione del Protocollo di Istanbul ONU 2004 - Prof. Aldo Morrone
g) Esperto nelle tematiche della tutela internazionale dei diritti umani - Prof. Antonio Marchesi
h) Esperto elaborazioni statistiche e supporto nell'elaborazione degli indicatori - Dott.ssa Simona Staffieri
i) Revisore contabile - Dott. Vito Longo
j) Esperto legale - Avv. Andrea Gandino
k) Esperto informatico e di programmazione - Dott. Marco Gori
l) Medico esperto in medicina delle migrazioni - Dott. Nicola Cocco
m) Esperto etnopsichiatra - Dott.ssa Monica Serrano
n) Esperto tecniche di de-escalation - Dott. Pieritalo Maria Pompili