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Il Comitato ONU sulle sparizioni forzate rende note le osservazioni conclusive rispetto al Rapporto trasmesso dall’Italia

Roma, 8 maggio 2019 - Il Comitato ONU sulle sparizioni forzate nei giorni scorsi ha reso note le proprie osservazioni conclusive sul primo Rapporto del Governo italiano sullo stato di attuazione della Convenzione, sulla cui implementazione il Comitato vigila.

Durante il mese di aprile, a Ginevra, si era tenuta una sessione di lavori del Comitato, dedicata tra l’altro all’esame del Rapporto dell’Italia. Il Comitato aveva audito la delegazione del Governo italiano e l’Ufficio del Garante nazionale delle persone private della libertà.

Nel documento appena pubblicato, il Comitato nota positivamente che il Garante nazionale costituisce un effettivo organo di monitoraggio della situazione delle persone private della libertà, adempiendo efficacemente al suo mandato ONU di Meccanismo nazionale di prevenzione.

Allo stesso tempo, nell’ottica di porre in essere le garanzie stabilite dalla Convenzione per prevenire il fenomeno delle sparizioni forzate, il Comitato guarda con preoccupazione alle misure recentemente entrate in vigore a seguito della conversione in legge del cosiddetto “Decreto sicurezza”, in particolare relativamente alla possibilità di trattenere persone migranti destinate al rimpatrio in non meglio specificati “locali idonei” nella disponibilità dell’Autorità di Pubblica sicurezza. Il Comitato invita quindi il Governo italiano a rendere tempestivamente noto l’elenco dei “locali idonei” assicurando, in tal modo, pieno accesso al Garante nazionale e a tutti gli organismi sovranazionali di controllo che su tali luoghi hanno il compito di vigilare.

Infine, fra le altre raccomandazioni rivolte all’Italia ci sono quelle relative alla necessità di prevedere una fattispecie di reato specifica riguardante le sparizioni forzate, di aumentare gli sforzi per prevenire le sparizioni dei migranti, in particolare minori, per rintracciare coloro di cui si sono già perse le tracce e per fornire un’effettiva cooperazione e assistenza giudiziaria agli Stati esteri in tema di persone scomparse e per assicurare che nel concreto nessuna persona venga estradata verso Paesi a rischio di sparizioni forzate.

La Convenzione ONU, ratificata dall’Italia nel 2015, introduce misure di contrasto e prevenzione al fenomeno delle sparizioni forzate, cioè l’arresto, la detenzione, il rapimento o ogni altra forma di privazione della libertà da parte di agenti dello Stato o da parte di persone o gruppi che agiscono con l’autorizzazione, il supporto o l’acquiescenza dello Stato, uniti al rifiuto di ammettere la privazione della libertà o all’occultamento della sorte o dell’ubicazione della persona scomparsa. Con la ratifica l’Italia si è impegnata a non estradare/respingere/espellere rimpatriare persone verso Stati nei quali ci siano “sostanziali motivi per credere che esse rischino di essere soggette a sparizioni forzate” e a rispettare una serie di garanzie in tema di trasparenza e accountability nell’esercizio del potere di detenzione.