norme

Un nuovo riferimento normativo in un ambito ancora pieno di limbi giuridici: gli standard per la privazione della libertà delle persone migranti

Roma, 4 aprile 2019 – Per la prima volta in Italia un’istituzione indipendente elabora, raccomanda e condivide standard nazionali sulla privazione della libertà personale. Ancor più significativo è il fatto che tali standard riguardino un ambito, quello della privazione – di natura non penale – della libertà delle persone migranti, caratterizzato da limbi giuridici e allarmanti criticità. A differenza della privazione della libertà in ambito penale - per la quale esistono norme nazionali di rango primario, come l’ordinamento penitenziario, che garantiscono tutele, individuano figure giudiziarie a cui si può accedere, come il magistrato di sorveglianza, e procedure di reclamo - la detenzione amministrativa delle persone migranti non prevede garanzie di questo tipo, né esistono un testo unitario o prescrizioni di rango legislativo assimilabili a quelle dell’ambito detentivo penale.

Negli ultimi anni il ricorso alla detenzione amministrativa, cioè alla privazione della libertà nei Centri per il rimpatrio (Cpr, ex Cie) disposta dalle Autorità di pubblica sicurezza e convalidata dall’Autorità giudiziaria, è diventato sempre più frequente, trasformandosi da strumento straordinario in regola. Gli interventi normativi in questo settore si sono moltiplicati, sia mediante l’ampliamento della rete dei Centri dedicati sia mediante la previsione di luoghi differenti, con un contestuale aumento delle tipologie di applicazione della misura di trattenimento e un allungamento dei termini di durata massima. Il Garante nazionale registra con disappunto che, a tali interventi non è invece corrisposto un equivalente investimento sulla qualità della vita delle persone trattenute, né un auspicabile e approfondito confronto con la società civile su un aspetto che incide con così forte impatto sui diritti fondamentali della persona.

Non meno importante è l’ambito dei luoghi nei quali si può configurare una privazione di fatto della libertà: gli hotspot, i centri per minori stranieri non accompagnati e le navi battenti bandiera italiana, oppure in navigazione in acque territoriali italiane, che trasportano persone migranti salvate in mare e alle quali viene impedito lo sbarco. Il Garante nazionale, attraverso la pubblicazione degli Standard, ribadisce la sua massima attenzione nei confronti di questi luoghi sottratti alla verifica giudiziaria e privi di quelle garanzie che devono contraddistinguere tutti quei luoghi destinati alla privazione della libertà delle persone. Oltre agli Standard veri e propri, il volume include anche tre capitoli che contengono la raccolta delle raccomandazioni inviate dal Garante nazionale alle Autorità competenti a seguito delle visite effettuate nei Cpr, negli hotspot, nel corso delle operazioni di rimpatrio forzato e nei luoghi di privazione di fatto della libertà, come la nave “Ubaldo Diciotti”.

Le raccomandazioni sono pubbliche. Ciò riflette la centralità per il Garante – una delle poche istituzioni di questo tipo in Europa a pubblicare i propri rapporti sulle visite effettuate- del tema della trasparenza. Con la predisposizione degli Standard, in linea con la giurisprudenza della Corte di Strasburgo (il Garante nazionale ha contribuito alla preparazione di analoghi standard a cura del Consiglio d’Europa, che sono in via di ultimazione) si intende offrire uno strumento di soft law per garantire «l’assoluto rispetto della dignità della persona», così come esplicitamente previsto dalla Legge.

D’ora in poi, il Garante nazionale vigilerà sul rispetto di questi standard- basati sulla propria esperienza diretta di unico organismo che ha libero accesso ai luoghi, ai documenti e alle persone coinvolte nella privazione della libertà- da parte di ogni autorità che assolva al delicato compito – con la conseguente responsabilità – della privazione di natura non penale della libertà di una persone straniera. A

lla presentazione del volume degli Standard, intitolato "Norme e normalità. Standard per la privazione della libertà delle persone migranti", che si terrà oggi alle ore 15,00 nella Sala Igea dell'Istituto della Enciclopedia italiana, interverranno in qualità di relatori, l'on. Giuseppe Brescia, Presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera dei Deputati, Donatella Di Cesare, Professore ordinario di Filosofia all’Università La Sapienza e Mario Morcone, Direttore del Consiglio italiano per i rifugiati. Modererà la discussione Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale. Per il Garante nazionale, interverranno il Presidente Mauro Palma, la componente del Collegio, Daniela de Robert e Massimiliano Bagaglini, responsabile dell’Unità “migranti e privazione della libertà”.