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Il disagio psichiatrico in carcere: riportare il problema nei suoi confini

Su iniziativa del Garante regionale delle persone detenute della Sicilia, lo scorso 21 dicembre si è tenuto a Palazzo dei Normanni – sede dell’Assemblea regionale siciliana –, il Convegno di studi Salute mentale, carceri e REMS che ha coinvolto il Garante nazionale e la rete dei Garanti regionali. Tema centrale dell’incontro palermitano, l’attuale situazione del disagio psichiatrico nelle strutture detentive da più parti riportato come fenomeno in preoccupante crescita.

La discussione si è svolta, oltre che col contributo dei Garanti (nazionale, del Piemonte, della Sicilia e della Toscana) con quello dell’Amministrazione penitenziaria e dei responsabili dei servizi psichiatrici di più realtà nazionali.

L’intervento di Mauro Palma è partito dall’analisi della tutela della salute nei luoghi di restrizione della libertà. Tale tutela, secondo Palma, non può limitarsi alla mera prestazione sanitaria in risposta a patologie già sviluppate e deve ricondursi alle funzioni di informazione, prevenzione e protezione per ricostruire una prospettiva di ben-essere all’interno di un luogo che si connota come sintesi del mal-essere. Quest’aspetto complessivo della presa in carico del soggetto bisognoso di attenzione sanitaria è ancor più pregnante laddove sono coinvolti problemi di natura mentale. Qui l’attenzione va posta al rischio di “psichiatrizzazione” di comportamenti che riflettono in realtà risposte – seppure non controllate – a fattori ambientali e non contenitivi che oggettivamente determinano sofferenza nelle persone coinvolte. Occorre limitare l’enfasi che, pure in un momento non semplice, viene data all’interpretazione psichiatrica di tutto ciò che non rientra in canoni di normalità e obbedienza e che finisce a volte nel configurarsi come rimpianto di istituzioni segregative e depersonalizzate quali gli ospedali psichiatrici giudiziari che il nostro Paese ha avuto il coraggio di superare.

L’esperienza delle REMS (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza), che pure è stata toccata nel Convegno, va colta nel suo aspetto positivo di cambio di paradigma culturale e va mantenuta nella sua connotazione limitata, connessa al territorio, dialogante con altre forme non detentive di supporto alla persona che di esso ha bisogno.

Il Garante nazionale precisa che l’esistenza di liste di attesa per il ricovero nelle REMS non è indice della  necessità di un ampliamento del loro numero, quanto dell’effettività del ricorrere ad esse quale misura estrema, come vorrebbe la legge, soprattutto quando tali misure restrittive siano adottate in via provvisoria.

L’Autorità garante svilupperà il continuo monitoraggio della situazione esistente nel contesto dell’azione di coordinamento della rete dei Garanti. Al Convegno di Palermo ha partecipato anche Alessandro Albano, responsabile dell’Unità del Garante nazionale preposta a tale coordinamento.