Consiglio d'europa

I provvedimenti post sentenza Torreggiani hanno dato i loro frutti, lo dice il Consiglio d’Europa

Roma, 4 dicembre 2018

È stata pubblicata oggi la ricerca del Consiglio d’Europa relativa agli andamenti della popolazione detenuta nei 47 Paesi membri del Consiglio nel periodo 2005 – 2015.

La ricerca è stata condotta dall’Università di Losanna nell’ambito del programma SPACE, che valuta gli andamenti generali della detenzione e delle misure alternative in Europa con un’approfondita metodologia di analisi statistica. Tale ricerca non fotografa l’attualità, ma esamina tendenze complessive in modo da fornire ai Paesi membri uno strumento per indirizzare le politiche che essi poi autonomamente adotteranno. Per questo motivo i dati hanno sempre uno scarto temporale rispetto al presente, tanto che quelli di oggi sono aggiornati a due anni fa.

Per quanto riguarda l’Italia, la ricerca certifica che i provvedimenti adottati dopo la sentenza Torreggiani contro Italia per violazione dell’articolo 3 della Cedu, avevano dato i loro frutti, anche perché sostenuti da una cultura politica, giuridica e anche, quindi, sociale, che ha funzionato come supporto. Parallelamente -lo sappiamo da altri dati- nello stesso periodo considerato non vi è stato alcun aumento della criminalità.

I dati aggiornati a oggi (che se non indicano un numero di persone detenute alto come nel periodo coperto da quella sentenza tuttavia ci dicono che siamo arrivati nuovamente al tetto di 60mila) mostrano invece che se si abbandona quella cultura e non si prendono provvedimenti di altro tipo, si corre il rischio di fare un brutto tuffo nel passato.

Dopo il comunicato sulla pubblicazione della ricerca, oggi si sono scatenate subito molte polemiche: c’è chi tende ad affermare che tutto va bene perché lo certifica l’Europa e c’è chi tende a dire che i dati sono sbagliati o addirittura ‘fraudolenti’. Questi detrattori, per inciso, sono gli stessi che nel 2015 mostravano alta considerazione proprio verso i dati SPACE – che essendo aggiornati a due anni prima non potevano  includere un’analisi degli effetti dei nuovi decreti – per sostenere che i provvedimenti che si stavano adottando erano inutili.

In casi come questi si ha la sensazione di un uso bassamente strumentale di dati scientifici. Sarebbe bene invece mostrare di sapere affrontare problemi complessi – quale è quello della risposta alla commissione di un reato – senza rincorrere un facile quanto effimero consenso.