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IL GARANTE NAZIONALE NEI GIORNI DELL’EMERGENZA COVID-19

24 marzo

Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr)

I Cpr ospitano oggi 381 persone, tra cui 33 donne. Dal 12 marzo a oggi sono scesi di 44 unità.

Come già riportato nel diario dei giorni precedenti, il Garante ha sollevato una questione con il Ministro dell’interno ed è in attesa della relativa risposta. La questione riguarda la sensatezza della privazione della libertà in funzione del rimpatrio di persone che al momento non possono essere rimpatriate, data la chiusura dei confini e l’inesistenza di collegamenti aerei o navali con la gran maggioranza degli Stati.

Basta una semplice consultazione sul sito viaggiaresicuri.it del Ministero degli esteri per avere un’idea seppure approssimativa di quanti rimpatri si siano resi impossibili. Infatti, proprio su questa base, già tre Centri spagnoli sono stati chiusi.

Circola nei siti l’intervista a John Sandweg, ex direttore di un Centro statunitense di detenzione amministrativa per migranti, sintetizzabile nella sua frase «liberate i migranti dai Centri di detenzione o il Covid si diffonderà come un incendio». Nel nostro Paese non siamo in questa situazione anche perché i numeri non hanno quella connotazione di detenzione di massa propria degli Stati Uniti. Tuttavia, si pone il problema per coloro che presumibilmente dovranno essere rilasciati prima della fine di questa temperie epidemica e per i quali il periodo da ora ad allora rischia di essere una sottrazione di tempo e libertà, oltre che una esposizione accentuata al pericolo di contagio, conseguente a nulla e destinato a nulla.

Per capire l’entità della questione, per esempio, su 45 persone trattenute nel Centro di Gradisca d’Isonzo, a 13 scade entro due mesi il termine massimo di trattenimento e di questi otto sono nel Centro in base a un provvedimento meramente amministrativo.  

Il Garante sta completando la rilevazione dei profili di tutte le persone attualmente presenti in queste strutture.

Residenze per le misure di sicurezza (Rems)

Il Garante nazionale ha dovuto oggi sollecitare con lettera le Rems di Volterra, Mondragone, San Nicola Baronia, Vairano, Spinazzola, Capoterra, Santa Sofia d’Epiro, Pisticci e Maniago a fornire l’informazione circa i provvedimenti presi nella struttura relativamente alle visite e ai contatti telefonici, alle visite mediche esterne, alle uscite trattamentali e anche all’effettiva possibilità di passare del tempo in spazi all’aperto, quantunque inclusi nel perimetro della struttura. Con queste ultime informazioni sarà possibile delineare il quadro complessivo, secondo uno schema che il Garante ha già adottato, che aiuti a capire l’incidenza della situazione attuale nei percorsi di trattamento delle persone ospitate e nello sviluppo dei programmi specifici elaborati con i servizi territoriali.

Delle 21 Rems che hanno risposto, dieci hanno del tutto sospeso le visite con i familiari, mentre in cinque sono sospese salvo prevedere alcune particolari eccezioni e nelle rimanenti sono state ridotte e consentite con accorgimenti di prevenzione sanitaria.

Istituti penitenziari

Continua l’attenzione al mondo della detenzione secondo tre diversi sguardi: l’efficacia delle misure introdotte per ridurre i numeri della popolazione detenuta e il loro riflesso sulle molte positive iniziative che Garanti locali, Tribunali di Sorveglianza Provveditori e Direzioni stanno discutendo e promuovendo anche attraverso appositi tavoli; l’effettività di quanto assicurato in sostituzione dei colloqui visivi; gli esiti dei disordini delle scorse settimane sia rispetto all’agibilità degli spazi, sia rispetto alle inchieste sulle morti e su supposte violenze.

Relativamente all’efficacia delle misure, al momento di redigere questo diario le persone detenute presenti nelle camere di pernottamento sono 58.624: sono pertanto scese rispetto a ieri di 234 unità.

86 Istituti hanno allestito 123 reparti di isolamento sanitario precauzionale, per i casi di esigenze particolari all’ingresso o di necessaria separazione rispetto a chi presenti sintomi febbrili. Vi sono attualmente alloggiate 260 persone in attesa dello svolgersi delle necessarie giornate di quarantena. Il numero delle persone detenute contagiate si mantiene sempre molto basso. Tuttavia, continuano a susseguirsi voci non verificate circa nuovi casi di positività, che confondono l’isolamento precauzionale con il contagio vero e proprio.

Quanto alle forme di comunicazione alternative ai colloqui visivi, il Garante nazionale – anche sulla base delle preziose informazioni rese costantemente dei Garanti locali – segnala immediatamente le situazioni critiche al Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, per sollecitarne la soluzione, come è avvenuto oggi relativamente alla Casa di reclusione di Saluzzo dove le comunicazioni a distanza sono ancora del tutto insufficienti.

Alcuni problemi sono emersi rispetto alle comunicazioni telefoniche con gli avvocati. In particolare, è dovuto intervenire l’Ordine degli avvocati di Milano per cercare di risolvere una situazione assolutamente non accettabile di impedimento di tali contatti nel carcere di Opera.

Continua, infine, l’interlocuzione del Garante nazionale con le Procure che stanno svolgendo indagini sugli eventi conseguenti ai disordini delle scorse settimane e in particolare sui decessi di 13 persone detenute.